Rassegna settimanale 5 -11 dicembre: Giappone e Corea del Sud
5 dicembre, L’80% dei disertori nord coreani ritiene che il regime dovrà affrontare la fuga dei diplomatici
Un sondaggio pubblicato lunedì svela come otto disertori nord coreani su 10 ritengano che ad affrettare il collasso del regime sarà la fuga dei diplomatici nord coreani di stanza all’estero.
Tra i 314 disertori nord coreani che hanno risposto al sondaggio della North Korea Intellectuals Solidarity (per un totale di 400 partecipanti), il 78.5% ritiene che le diserzioni dei diplomatici e degli ufficiali all’estero colpiranno la Corea del Nord.
Alla richiesta di scegliere cosa avrebbe indotto le figure di alto livello a disertare, il 40.5% degli intervistati ha risposto che è necessario fornire loro – e ai loro figli, una vita stabile, mentre il 27.3% ritiene che bisognerebbe premiarli ogni volta che forniscono informazioni classificate.
Il quindici percento ha scelto l’immunità dai crimini commessi in Corea del Nord, mentre l’8% ha scelto la promessa del governo di assegnargli cariche di alto governo in seguito all’unificazione.
Il governo sud coreano ha dichiarato che quest’anno è arrivato nel paese il maggior numero di diplomatici di alto livello di sempre, tuttavia non ha voluto fornire i dettagli.
Thae Yong-ho, un ex ministro della Corea del Nord all’ambasciata di Londra, ha disertato con la sua famiglia lo scorso luglio, diventando uno degli ufficiali di più alto rango ad essere scappato al Sud dalla Corea del Nord.
Nel frattempo, il 57% ritiene che le imposte della costruzione del parco industriale possano essere una fonte di valuta pregiata per il regime nord coreano, mentre il 18.5% lo ritiene un possibile motore dell’economia una volta unificata la penisola.
Seoul a febbraio ha chiuso il Complesso Industriale di Kesong, nella cittadina sul confine che porta lo stesso nome, come risposta alle minacce nucleari di inizio anno.
Il sondaggio mostra come per i disertori la colpa delle deboli relazioni con la Corea del Sud sono da addossare alla Corea del Nord (53%), agli Stati Uniti (22%), alla Cina (16%) e infine alla Corea del Sud (6%).
Il sondaggio conclude rivelando che secondo il 62% degli intervistati le relazioni tra la Corea del Nord e la Corea del Sud rimarranno instabili. (Yonhap).
Fonte: Korea Herald, http://www.koreaherald.com/view.php?ud=20161205000560
6 dicembre, Abe in visita a Pearl Harbor per ricordare, non per scusarsi
TOKYO – Un rappresentante del governo martedì ha dichiarato che il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe durante la sua visita a Pearl Harbor, non si scuserà per averla attaccata.
Il Capo del Gabinetto Yoshihide Suga ha dichiarato che “lo scopo della visita è di onorare i caduti di guerra, e non di offrire delle scuse”.
Lunedì Abe ha annunciato che si incontrerà con il Presidente Barack Obama alle Hawaii e poi visiterà Pearl Harbor. Sarà il primo leader giapponese a visitare il luogo dell’attacco che causò l’entrata in guerra degli Stati Uniti.
L’inaspettato annunciò è arrivato due giorni prima del 75esimo anniversario dell’attacco e sei mesi dopo che Obama è diventato il primo presidente americano a visitare Hiroshima per rendere omaggio alle vittime dell’attacco atomico che pose fine alla Seconda Guerra Mondiale.
“Non dobbiamo assolutamente ripetere le tragedie della guerra”, ha dichiarato Abe. “Vorrei mantenere questo impegno. Allo stesso tempo, vorrei inviare un messaggio di riconciliazione tra il Giappone e gli Stati Uniti”.
La Casa Bianca ha confermato che Obama e Abe visiteranno il USS Arizona Memorial di Pearl Harbor il 27 dicembre e ha dichiarato che “la visita dei due leader prova il potere della riconciliazione che ha trasformato i due vecchi nemici in forti alleati, uniti da interessi e valori comuni”.
Il Segretario della Difesa Ash Carter, in viaggio ufficiale in Giappone, ha fatto sapere che martedì riferirà ad Abe quanto siano lieti Obama e gli Stati Uniti.
L’annuncio dell’incontro arriva anche nel momento in cui il Giappone è più preoccupato la futura politica estera degli americani sotto il successore di Obama, Donald Trump.
Tsuneo Watanabe, un professore della Sakagawa Peace Foundation, ha dichiarato che questa visita, insieme a quella di Obama a Hiroshima, segnerà la fine del processo di riconciliazione e faciliterà le future relazioni sotto qualsiasi amministrazione.
Ha aggiunto, “Le controversie storiche tengono ad essere risollevate quando le relazioni si fanno tese…ma una volta che ce le si lascia alle spalle e si va avanti, le cose cambiano anche se in futuro ci saranno dei sentimenti negativi”.
Tuttavia Koichi Nakano, professione di politica internazionale all’Università Sophia di Tokyo, afferma che la visita a Pearl Harbor e l’impegno di Abe nei confronti dell’alleanza Giappone-Stati Uniti equivalgono a dare carta bianca a Trump, nonostante l’incertezza delle future relazioni bilaterali sotto la sua amministrazione.
Più di 2.300 soldati americani morirono nell’attacco aereo, e mercoledì verranno ricordati a Pearl Harbor con una cerimonia e un minuto di silenzio alle 7:55 del mattino, l’ora in cui colpì il primo aereo giapponese.
Tre anni e mezzo dopo, la guerra arrivò alla sua fine quando gli Stati Uniti lanciarono le bombe atomiche su Hiroshima, il 6 agosto 1945, e su Nagasaki tre giorni dopo. Il Giappone si arrese il 15 agosto.
Fonte: Japan Today, https://www.japantoday.com/category/politics/view/abe-going-to-pearl-harbor-for-remembrance-not-for-apology-govt
7 dicembre, Corea del Sud – Muore una delle ultime “comfort women”
Park Suk-ki, una vittima della schiavitù sessuale perpetrata dai militari giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale, è morta martedì notte all’età di 94. A darne la notizia è un gruppo di sostegno. Ora, il numero delle vittime coreane sopravvissute è sceso a 39.
Sin dall’anno scorso, si trovava ricoverata presso l’ospedale di Namhae per una polmonite.
Nata nel 1923 a Naehae, Park è stata rapita dai soldati giapponesi quando aveva solo 16 anni mentre si trovava a pescare vongole vicino casa con sua cugina. Fu sfruttata come schiava sessuale in Manchuria, Cina, per ben sette anni. Dopo la liberazione della Cina dalla colonizzazione giapponese nel 1945, Park rimase in Cina e fece ritorno in Corea solo nel 1948.
Si registrò come vittima dello sfruttamento sessuale nel 2011. Da allora, ha tenuto molti discorsi ai giovani raccontando la sua storia e cercando di far capire l’importanza delle scuse sincere che si aspettano dagli sfruttatori. Nonostante le sue condizioni di salute, ha finanziato ogni anno delle borse di studio per gli studenti meno agiati.
Nel suo testamento, Park ha espresso il desiderio di venire sepolta ai piedi della statua commemorativa di “Suk-yi Park”, un parco a lei dedicato nella sua città natale. Un altare memoriale è stato installato all’ospedale di Namhae.
Con la morte della Park, solo 39 vittime delle 238 che si sono registrate presso il governo coreano e che sono ancora vive.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/news/nation/2016/12/116_219671.html
8 dicembre, La Cina ad Abe: anche noi abbiamo luoghi di guerra degni di essere visitati
BEIJING – Mercoledì la Cina ha fatto sapere, in risposta alla notizia della visita del Primo Ministro Shinzo Abe a Pearl Harbor alla fine del mese, che anche loro hanno dei luoghi che i politici giapponesi dovrebbero visitare per rendere omaggio alle vittime di guerra.
“Se il Giappone vuole davvero riflettere (sulle sue azioni durante la guerra) e desidera scusarsi sinceramente (per esse)…la Cina ha molti luoghi a cui potrebbero fare visita e in cui potrebbero riflettere sul passato”, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri Lu Kang ad una conferenza stampa in cui ha citato, come esempio, il Memoriale per le Vittime del Massacro di Nanking.
“Esattamente come gli americani non dimenticano l’incidente di Pearl Harbor, noi cinesi non possiamo dimenticare…i nostri compatrioti che sono morti nel massacro di Nanking”, ha continuato.
Martedì prossimo, la Cina terrà l’annuale cerimonia per le vittime del massacro commesso nel 1937 dall’Esercito Imperiale Giapponese nella città che è oggi conosciuta come Nanjing.
Lu ha aggiunto che molti altri paesi asiatici hanno altrettanti luoghi storicamente significanti e ha incoraggiato a non dimenticare le passate azioni militari giapponesi.
Le sue parole sono la prima reazione ufficiale alla notizia che Abe visiterà il sito dell’attacco a sorpresa condotto dai giapponesi il 7 dicembre 1941 che causò l’entrata nella Seconda Guerra Mondiale degli Stati Uniti.
Abe sarà il primo leader giapponese a rendere omaggio al USS Arizona Memorial, dedicato ai 1,177 marinai e Marines che morirono a bordo della nave da guerra quando affondò a causa dei bombardieri giapponesi.
Il suo viaggio alle Hawaii il 26 e il 27 dicembre segue la visita di Barack Obama a maggio ad Hiroshima che è passata alla storia come la prima visita di un presidente americano nella città che gli americani colpirono con la bomba atomica il 6 agosto 1945.
Gli ufficiali del governo giapponese hanno tuttavia fatto sapere che la visita di Abe, che si unirà al presidente uscente americano a Pearl Harbor, non è mirata a offrire delle scuse, ma a ricordare le vittime di 75 anni fa.
Lu ha fatto sapere che la Cina e la comunità internazionale stanno attentamente osservando se il Giappone è in grado di “comprendere correttamente” il suo passato militare.
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2016/12/08/national/politics-diplomacy/china-abe-war-linked-sites-worth-visiting/#.WEqbCPnhDIU
9 dicembre, La Presidente coreana affronta l’impeachment
Il Parlamento della Corea del Sud ha votato per l’impeachment della Presidente Park Gun-hye ottenendo un sostegno schiacciante dai partiti di opposizione e dai ribelli del partito di governo, il Saenuri.
La mozione è passata venerdì alle 16:13 con 234 voti favorevoli, 56 contro, 7 voti nulli e 2 astenuti sul totale dei 300 membri dell’Assemblea Nazionale.
La presidenza della Park si è formalmente conclusa alle 19:03 quando ha ricevuto una nota ufficiale con il risultato dell’Assemblea Nazionale. Il primo ministro Hwang kyo-ahn occuperà il ruolo di leader ad interim secondo quanto stabilito dalla Costituzione.
La sospensione della Park durerà 180 giorni durante i quali la Corte Costituzionale si dovrà esprimere sulla mozione e sulla validità delle ragioni per l’impeachment.
Se sei membri su nove della Corte troveranno giustificabile l’impeachment, la Park verrà rimossa permanentemente dal suo incarico e la Corea del Sud dovrà eleggere un nuovo leader nei 60 giorni successivi attraverso delle elezioni nazionali. Tuttavia, se meno di sei giudici troveranno giustificabile la mozione, la Park verrà riammessa subito alle sue mansioni.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/news/nation/2016/12/116_219833.html
10 dicembre, Il Giappone ratifica il TPP, il trattato sugli scambi che Trump vorrebbe eliminare
TOKYO – Venerdì il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha ottenuto l’approvazione del parlamento per ratificare il Patto Trans-Pacifico, nonostante il presidente eletto americano Donald Trump abbia intenzione di uscire dal patto delle 12 nazioni.
I parlamentari della camera alta venerdì hanno approvato il TPP, accogliendo la richiesta di Abe di continuare su questa strada nonostante il parere negativo di Trump sull’iniziativa di libero scambio sostenuta dal Presidente Barack Obama.
Il Partito Liberal Democratico di Abe detiene un’ampia maggioranza in entrambe le camere. La ratifica delle necessarie revisioni da parte del Gabinetto è prevista a breve.
Le misure di apertura del mercato previste dal trattato possono essere considerate il modo per Abe di far avanzare le difficili riforme sull’agricoltura e il settore sanitario. Fino ad oggi, Abe ha fatto ben pochi progressi nei pochi cambiamenti che aveva proposto per migliorare la ristagnante produttività e competitività del Giappone.
Trump ha promesso di fare il necessario per uscire dal trattato una volta che si sarà insediato.
Il ritiro degli Stati Uniti significherebbe la fine del trattato, a meno che i suoi termini non vengano rivisti. L’accordo tra i dodici paesi prevede che sia il Giappone che gli Stati Uniti vi partecipino in modo da raggiungere la soglia necessaria dell’85% del GDP totale del gruppo, in quanto l’economia degli Stati Uniti da sola conta per il 60% del totale, mentre quella del Giappone meno del 20%.
Dopo aver speso capitale politico per combattere interessi impauriti dall’apertura del mercato e dalle riforme che molto probabilmente verranno richieste dal patto, Abe e gli altri leader asiatici si sono lamentati dell’imminente passo indietro degli Stati Uniti dal loro ruolo di porta bandiera del TPP.
“Vogliamo concludere questo patto e ci aspettiamo che gli altri ci seguano a ruota”, Abe ha detto recentemente a una commissione parlamentare.
Un parlamentare dell’opposizione, Eri Tokunaga, ha deriso l’insistenza di Abe in merito, definendola “egocentrica”.
“Le possibilità che questo patto si concluda sono vicine allo zero visto che il prossimo presidente, Trump, ha in mente di lasciarlo”, ha detto Tokunaga ai suoi colleghi questo venerdì.
I leader della Nuova Zelanda e di molti altri paesi hanno annunciato che sperano ancora di poter trovare un modo per salvare l’iniziativa.
L’uscente amministrazione Obama approva la decisione del parlamento giapponese sul TPP.
Il portavoce del Dipartimento di Stato Mark Toner ha fatto sapere che il TPP è importante per la creazione di regole sugli scambi nell’aria dell’Asia e del Pacifico e che è nell’interesse di tutti i firmatari vederlo entrare in vigore. Ha detto che nonostante ciò che accade negli Stati Uniti, “il resto del mondo continua ad andare avanti”.
Il TPP doveva aiutare gli Stati Uniti a ricoprire un ruolo chiave nello stendere delle regole sugli scambi che andassero oltre le barriere tariffarie e altre tradizionali barriere agli scambi. La sua possibile fine potrebbe velocizzare i progressi di un altro, molto meno discusso, accordo sugli scambi chiamato RCEP, o Regional Commprehensive Economic Partnership. Questo gruppo non include nessun paese delle Americhe ma tutti i grandi paesi asiatici ne fanno parte: Cina, India, Giappone, Corea del Sud e anche Austrialia, Nuova Zelanda e altri 10 paesi membri della Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico.
Fonte: Japan Today https://www.japantoday.com/category/politics/view/japan-ratifies-tpp-trade-pact-that-trump-plans-to-dump
11 dicembre, Il pubblico ministero conferma le prove contro la Park. L’accusa chiude le indagini sullo scandalo e incrimina altre due persone.
Domenica il pubblico ministero ha confermato che prove concrete dimostrano che Park Geun-hye, ora sotto impeachment, ha giocato un ruolo importante nei presunti crimini commessi dalla sua amica di lunga data Choi Soon-sil e la loro cerchia ristretta.
Chiudendo le indagini sullo scandalo durate più di due mesi e che settimana scorsa hanno portato all’impeachment della Park, l’accusa richiede anche che il panel investigativo indipendente determini se le azioni del presidente siano da considerare come corruzione.
“Riteniamo che l’accusa di corruzione sia significativa e meritevole di approfondimento. Abbiamo consegnato al consulente speciale tutti i nostri documenti e materiali che gli possono servire per procedere”, ha dichiarato ad una conferenza stampa Lee Young-ryeol il capo dell’Ufficio del Pubblico Ministero Centrale di Seoul.
Il consulente indipendente Park Young-soo inizierà le sue indagini sullo scandalo questa settimana, una volta ricevuto il testimone dalla procura.
Una delle accuse chiave contro la Park è di aver cospirato con la Choi e i suoi precedenti assistenti per obbligare i grandi conglomerati a finanziare due fondazioni no profit controllate dalla stessa Choi.
L’accusa ritiene che le donazioni possano essere considerate tangenti.
L’arrestata Choi e due dei precedenti assistenti della Park affronteranno un processo per frode e peculato il 19 dicembre, mentre la Park, essendo ancora presidente in carica, gode dell’immunità.
L’Assemblea Nazionale ha posto l’impeachment sul presidente questo scorso venerdì, sospendendola dai suoi obblighi di ufficio e rimandando la decisione alla Corte Costituzionale.
Il capo dell’Ufficio del Pubblico Ministero Centrale di Seul ha inoltre rivelato che domenica l’accusa ha incriminato altri due funzionari e aggiunto nuove accuse contro la Park e la Choi.
L’ufficiale ha inoltre confermato l’esistenza di prove evidenti, oltre alle testimonianze, a sostegno delle accuse.
Tra queste, 17 agende di An Chong-bum, un ex assistente della Park, in cui segnò dettagliatamente gli ordini che gli diede il presidente e 236 tabulati telefonici di conversazioni trovate nel telefono di Jeong Ho-seong, un altro ex assistente della Park.
“An ha ammesso che tutto ciò che è riportato in quelle agende riguarda gli ordini che ha ricevuto dalla Park o i resoconti di incontri nell’ufficio presidenziale”, ha spiegato Lee.
L’accusa ha anche confermato che il tablet di cui era entrata in possesso la TV locale JTBC e che diede inizio allo scandalo, appartiene alla Choi.
La Choi, tuttavia, nega di essere la proprietaria del tablet su cui sono stati trovati più di 200 documenti presidenziali.
Le autorità hanno anche dichiarato che l’amica del presidente ha fatto visita all’ufficio presidenziale di Cheong Wa Dae almeno dieci volte, usando un veicolo di stato.
I due nuovi indagati sono Kim Jong, l’ex Vice Ministro della Cultura, e Cho Won-dong, l’ex capo assistente presidenziale.
Kim affronta le accuse di abuso di potere, coercizione e passaggio di informazioni alla Choi, l’amica civile del presidente.
Cho è stato perseguito senza essere arrestato per tentata coercizione.
I due uomini sono tra i funzionari di alto rango che avrebbero aiutato la Choi ad influenzare gli affari di governo.
Secondo l’accusa, Kim è sospettato di aver forzato alcuni grandi conglomerati a donare più di 65 milioni di dollari a due fondazioni presiedute dalla Choi, sotto la minaccia di verifiche fiscali. Ha anche fatto sapere che la Park è complice del reato, in quanto hanno collaborato per intensificare gli sforzi della Choi nel richiedere le donazioni.
Inoltre, ha fatto sapere che Kim ha aiutato Jang Si-ho, il nipote della Choi, a raccogliere sussidi per un valore di 670 milioni di won (572,000$), dalla Samsung Electronics e da agenzie di governo per il Korea Winter Sport Elite Center, che è stato fondato da Jang a giugno del 2015, un caso raro per una nuova organizzazione.
L’accusa è anche convinta che la Choi sia sospettabile di aver fatto pressioni sul gigante alimentare e dell’entertainment CJ Group affinché licenziasse la vice presidente dopo che aveva avuto una discussione con la presidente Park.
Il nuovo consulente indipendente dovrà anche indagare su Chung Yoo-ra, la figlia della Choi, la cui ammissione alla Ewha Woman’s University e diploma di scuola superiore sono stati annullati dopo che si era scoperto che la scuola le aveva riservato un trattamento speciale sia per l’ammissione che per i voti.
Fonte: Korea Herald http://www.koreaherald.com/view.php?ud=20161211000202
Featured Image Source: Korea Times (dall’articolo del 9/12)