Rassegna settimanale 31 ottobre – 6 novembre: Giappone e Corea del Sud
31 ottobre – Sempre più giapponesi vedono l’America in declino e come una minaccia alla nazione, i sondaggi parlano chiaro
Nell’anno delle più tumultuose elezioni presidenziali della storia americana, un nuovo studio del Pew Research Center di Washington ha mostrato come, nonostante il 72% della popolazione giapponese mantenga una visione positiva degli Stati Uniti, il 61% ritiene anche che stiano perdendo influenza a livello globale e il 52% della popolazione vede il potere e l’influenza del più stretto alleato del Giappone come una minaccia.
Il sondaggio del Pew, condotto su un campione di 1000 giapponesi nei mesi di Marzo e Aprile. In quel periodo, Donald Trump e Hillary Clinton si affrontavano alle primarie per confermare la loro candidatura per i rispettivi partiti. Donald Trump, in quei giorni, criticò ripetutamente il Giappone ed entrambi i candidati annunciarono la loro opposizione alla Partnership Trans-Pacifica che è al momento l’argomento principale dei lavori della Dieta.
Senza colpi di scena, il sondaggio mostra una netta preferenza dei giapponesi per la Clinton.
Nonostante solo l’11% degli intervistati mostri una forte sicurezza nelle abilità della Clinton in materia di affari internazionali, il 59% ha espresso almeno un po’ di sicurezza.
Al contrario, solo il 2% della popolazione mostra una forte fiducia in Trump, mentre l’82% ha espresso poca o inesistente fiducia in lui come leader mondiale.
In più, dal sondaggio emerge che il campione mostra un chiaro atteggiamento negativo nei confronti della Cina. Solo l’11% ha affermato di avere una visione positiva della Cina, mentre l’86% ha espresso una visione sfavorevole, e tra questi il 42% ha dichiarato di avere una visione estremamente sfavorevole.
Inoltre, il 62% vede la Cina come una grave minaccia.
Tuttavia, nonostante il timore che le dispute territoriali con la Cina possano sfociare in un conflitto militare, i giapponesi si dividono su come meglio affrontare la questione di Beijing.
Il Giappone e la Cina sono invischiati in una controversia che gira intorno alle Isole Senkaku nel Mar Cinese dell’Est e Tokyo ha preso posizioni decise contro le azioni della Cina nel controverso Mar Cinese.
Quasi il 47% degli intervistati ha ammesso che stipulare dei forti accordi economici con la Cina sarebbe la soluzione migliore, mentre il 45% sostiene che sia più importante prendere una posizione decisa contro Beijing sulle controversie territoriali fra i due paesi.
Alla domanda se il Giappone dovesse avere un ruolo militare più significativo e attivo nella regione dell’Asia dell’Est, il 62% ha risposto che invece il paese dovrebbe limitare il proprio ruolo militare, mentre il 29% ha confermato che il Giappone dovrebbe avere un ruolo più attivo nella regione.
Per quanto riguarda le relazioni con la Corea del Sud, solo il 27% ha mostrato una visione positiva della nazione, contro il 56% di un decennio fa. Addirittura, un quarto degli intervistati ha ammesso di avere una visione molto negativa della Corea.
Al contrario, più della metà (il 54%) degli intervistati vede in buona luce l’India, anche se sono comunque in calo rispetto al 70% riscontrato nel 2012.
Nonostante l’attenzione sulle questioni Sino-Giapponesi, il sondaggio mette in luce come i giapponesi considerino gli attacchi cibernetici da parte di paesi terzi, gli attacchi terroristici dell’ISIS e i cambiamenti climatici globali come le tre minacce principali alla nazione.
Tra le altre grandi minacce, l’instabilità economica globale si posiziona appena alle spalle della minaccia posta dall’ascesa della Cina a grande potenza.
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2016/10/31/national/politics-diplomacy/japanese-view-u-s-decline-threat-nation-survey-shows/#.WBpiZvnhDIU
1 novembre, [ECONOMIA A RISCHIO] Gli indicatori segnalano l’imminente crisi economica in Corea del Sud. L’economia attaccata dallo scandalo di Choi Soon-sil, dal fallimento del Galaxy Note 7 e dallo sciopero della Hyunday.
Nuvole di tempesta minacciano l’economia sud-coreana. Quasi tutti gli indicatori economici del Paese puntano alla crisi, i principali attori politici falliscono nel proporre riforme economiche efficienti e uno dei peggiori scandali di clientelismo che il Paese abbia mai visto scuote il governo fin alle sue fondamenta.
Dati recenti della Banca di Corea e del governo mostrano come nell’ultimo anno l’economia del Paese abbia fallito la ripresa: le esportazioni sono deboli, la domanda domestica è in calo e il debito delle famiglie sale vertiginosamente.
Considerato il basso tasso di nascite e la minaccia all’economia locale rappresentata dalla sempre più numerosa popolazione anziana, si possono notare segni di immediata contrazione per il quarto trimestre di quest’anno.
Secondo i dati del Ministero degli Scambi, dell’Industria e dell’Energia rilasciati martedì, rispetto ai dati di settembre le esportazioni di ottobre sono calate del 3.2%. È la seconda contrazione consecutiva.
La crisi delle esportazioni, che rappresentano più della metà del GDP del Paese, è attribuita ai recenti casi della Samsung e della Hyundai.
Gli economisti stanno ancora cercando di capire quanto lo stop alla produzione del Galaxy Note 7 della Samsung e lo sciopero della Hyundai colpirà le esportazioni. Quello che è certo, però, è che le vendite delle “Big 2” (Samsung e Hyundai) sono da considerarsi il 30% del GDP.
Il deficit dei “service account” è cresciuto fino a toccare i 2.4 milioni di dollari a Settembre, rispetto a 1.4 milioni di dollari del mese precedente (dati della Banca di Corea). Il tutto a causa dei problemi logistici causati dalla bancarotta della Hanjin Shipping.
Consci della stretta economica, i consumatori hanno iniziato a tagliare le spese per macchine, cibo e accessori della casa. I dati di consumo mostrano una contrazione del 4.5%, il crollo più significativo dal febbraio 2011 secondo l’Istituto di Statistica Coreano.
Anche le compagnie sono poco inclini ad espandere i loro business. Gli investimenti immobiliari del mese scorso sono scesi del 2.1% rispetto al mese precedente.
La produzione industriale segue il trend segnando un calo del 2% a settembre rispetto all’anno scorso, come mostrano i dati dell’Istituto di Statistica Coreano.
“Il rischio di una crisi nell’ultimo trimestre dell’anno è aumentato proprio in conseguenza ai peggiori dati sulla produzione industriale che potevamo aspettarci”, ha dichiarato l’economista Yoon Chang-yong della Shinhan Investment.
“Con la crescita stagnante, lo spazio per politiche di controllo è limitato. È difficile aspettarsi che il governo assuma un ruolo di guida ora che sta affrontando lo scandalo del clientelismo di Choi Soon-sil”, continua.
L’amica del presidente Park Geun-hye, la 60enne civile Choi Soon-sil, è accusata di corruzione, ricatto, uso illecito di fondi pubblici e violazione della legge sui documenti presidenziali.
In seguito alla notizia che il procuratore ha chiesto la custodia emergenziale della Choi, martedì la principale borsa Kospi ha chiuso la mattinata a meno 2,000.
“Gli investitori stranieri saranno meno inclini a comprare azioni coreane a causa dello scandalo della Choi ma questo non dovrebbe avere un impatto tale da sconvolgere l’economia del Paese”, sostiene Kim Yu-kyum, un economista della LIG Investement & Securities.
I dati dalla Banca di Corea mostrano che il GDP è rimasto basso (0.7%) nel terzo trimestre, rallentano la crescita dallo 0.8% del trimestre precedente. La crescita del paese era supportata principalmente dal boom delle costruzioni.
La crescita trimestrale del GDP è in stallo sotto l’1% da quattro trimestri consecutivi, aumentando le preoccupazioni che la quarta economia asiatica sia bloccata nella trappola della crescita lenta.
L’industria manufatturiera ha registrato una caduta dell’1% rispetto al trimestre precedente, segnando così la peggior contrattura da quel 2.5% registrato nel primo trimestre del 2009, subito dopo la crisi finanziaria mondiale del 2008.
Un altro importante rischio è quello della crescita del debito famigliare che è previsto crescere fino al livello record di 1.3 quadrilioni di won (1.14 trilioni di dollari) entro la fine dell’anno. È cresciuto da quando, nel 2014, le politiche di espansione del governo spinsero le persone a richiedere prestiti a bassi tassi per le case.
Inoltre, la ripresa dei settori industriali in grave difficoltà sta subendo enormi rallentamenti. I piani del governo per l’industria navale e di spedizioni, annunciati lunedì, non includono un piano di privatizzazione per l’indebitata Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering.
In seguito allo scandalo della Choi, la review parlamentare per il budget del 2017 è stata postposta.
Gli osservatori temono che il budget nazionale di 400 trilioni di won possa così rischiare di non essere sottoposto alla valutazione del parlamento.
“Riteniamo che il contraccolpo ai partiti politici, così come il calo del tasso di gradimento presidenziale, possano ritardare l’approvazione da parte dell’Assemblea Nazionale del budget per il 2017 e le riforme economiche, inclusa la riforma sulla ripresa delle industrie”, afferma in un report Chang Jae-chul, un economista del Citi.
Nel frattempo, il Ministro delle Finanze fa notare come l’agenzia per il rating Moody abbia mantenuto il rating della Corea del Sud sul livello “Aa2” questo martedì, sottolineando la “posizione forte” del paese nell’affrontare le incertezze dell’economia globale e dei mercati finanziari.
Fonte: KoreaHerald, http://www.koreaherald.com/view.php?ud=20161101000778
2 Novembre, Lo scandalo della Park oscura il summit trilaterale organizzato dal Giappone sul patto per le “comfort women”
Lo scandalo politico che coinvolge il presidente sud-coreano Park Geun-hye preoccupa il governo giapponese e minaccia la fattibilità per quest’anno del summit trilaterale che include anche la Cina.
È il Giappone a guidare i tavoli quest’anno e il paese del Sol Levante starebbe organizzato il summit per il mese di dicembre.
Sarebbe la prima visita in Giappone per il presidente Park da quando è stata eletta nel 2013. Tuttavia, sorgono dubbi sulla sua possibile visita in Giappone ora che si trova al centro di uno scandalo politico proprio a casa sua.
“Se venisse chiamato l’impeachment, potrebbe non essere in grado di lasciare il Paese”, ha dichiarato una fonte del governo giapponese.
Le preoccupazioni si sollevano anche intorno alla possibilità che, se mai il governo di Park perdesse credibilità, questo potrebbe minare la sottoscrizione di un accordo che risolva “una volta per tutte e irreversibilmente” la questione delle “comfort women” coreane che furono costrette a lavorare nei bordelli giapponesi durante la guerra.
L’incertezza politica della Corea del Sud potrebbe avere effetti anche sulle discussioni che Tokyo e Seul hanno ripreso questo Martedì per concludere un patto bilaterale militare sulla condivisione delle informazioni, conosciuto come l’Accordo sulla Sicurezza Generale delle Informazioni Militari o GSOMIA.
3 Novembre, Abe incontra Suu Kyi ed aumenta di 40miliardi di Yen il pacchetto di aiuti per le minoranze etniche del Myanmar
La leader di fatto del Myanmar, Aung Sang Suu Kyi, mercoledì ha incontrato il Primo Ministro Shinzo Abe a Tokyo in quanto il Giappone ha promesso di aumentare il valore del pacchetto di aiuti economici di 40miliardi di Yen per i prossimi cinque anni a favore delle regioni che ospitano i gruppi etnici minoritari.
Dopo l’incontro alla “Government Guesthouse”, Abe ha detto ai giornalisti che il Giappone spera che il pacchetto aiuti il Myanmar a risolvere i profondi conflitti etnici. La questione è tra le priorità dell’agenda del Premio Nobel Aung Sang Suu Kyi.
Abe ha anche aggiunto che il governo e le imprese private giapponesi sono così pronti a contribuire al programma di sviluppo del Paese con un totale di 800miliardi di Yen da distribuire nei prossimi cinque anni.
Sempre Abe ha dichiarato che “il Giappone sosterrà pienamente la nuova amministrazione” guidata dalla Suu Kyi.
Durante la conferenza stampa congiunta, Suu Kyi ha ringraziato il Giappone per aver esteso agli anni futuri gli aiuti.
Aung Suu Kyi ha aggiunto: “La nostra relazione con il Giappone si sta sviluppando senza problemi”.
Ha anche detto che cercherà di promuovere contemporaneamente lo sviluppo economico e la pace del paese in quanto, secondo lei, questi due sforzi sono “inseparabili” l’uno dall’altro.
Suu Kyi, che ricopre sia la posizione di consigliere di Stato e di Ministro degli Esteri, e Abe hanno partecipato a una cerimonia per la firma di un accordo che prevede l’invio, da parte del Giappone, di un team di volontari, chiamato Volontari per la Cooperazione oltremare del Giappone, in Myanmar.
A seguito della firma, i due leader hanno discusso brevemente ma non hanno accettato domande da parte dei giornalisti.
Non hanno nemmeno affrontato il tema della presunta violazione dei diritti umani dei Musulmani Rohingya da parte dei soldati del Myanmar nello stato di Rakhine.
Dopo una serie di attacchi attacchi da parte degli estremisti Rohingya, l’esercito dell Myanmar ha instaurato uno stato di tolleranza zero.
I soldati del Myanmar sono accusati di aver stuprato e ucciso i civili del Rohingya, accuse che il governo nega.
Anche ai volontari e ai giornalisti è stato negato l’accesso alla zona.
Secondo Reuters, un gruppo di parlamentari dell’Associazione delle Nazioni dell’Asia del Sud-Est chiamata “Mercoledì per il Myanmar”, condurrà “un’accurata e imparziale indagine sulle denunce di abuso da parte delle forze di sicurezza” contro i civili del Rakhine.
Nel frattempo, gli ambasciatori degli Stati Uniti, della Cina, dell’Regno Unito e dell’Unione Europea mercoledì hanno lasciato la Sittwe, la capitale di Rakhine, per spostarsi nella parte nord del paese.
Suu Kyi ha promesso di risolvere un buon numero dei conflitti etnici nel suo paese, che conta più di 130 gruppi etnici.
Il premio Nobel, dal momento del suo insediamento a Marzo, ha organizzato incontri di larga scala con le minoranze e favorito il dialogo, ma ad oggi non si vedono ancora risultati tangibili.
Il suo governo, nel frattempo, non cambia la politica che nega la cittadinanza ai Musulmani Rohingya. Questa posizione ha generato parecchie critiche da parte dei gruppi per i diritti umani.
La costituzione militare del Myanmar ha di fatto impedito a Suu Kyi di diventare il presidente del paese, mentre la sua carica di consigliere di stato la rende, di fatto, il capo del governo.
Mercoledì, Suu Kyi, che martedì ha iniziato la sua visita di cinque giorni in Giappone, è stata accolta con entusiasmo di fronte al suo hotel a Tokyo da circa 1000 cittadini del Myanmar residenti in Giappone.
Kyodo News riporta che Suu Kyi ha detto che sta cercando di riformare il sistema politico del suo paese ma, ha aggiunto, questo richiederà del tempo.
Ha anche chiesto alla sua gente che vive in Giappone di miglirare la reputazione del loro paese in modo da attrarre investimenti e scambi stranieri.
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2016/11/02/national/politics-diplomacy/abe-extends-%C2%A540-billion-aid-deal-myanmar/#.WBsXHfnhDIU
4 Novembre, “È tutta colpa mia. Accetterò un’indagine”, ha ammesso la Presidente sud coreana. La Presidente si sottoporrà a investigazione.
Venerdì, la Presidente Park ha affermato che accetterà di essere sottoposta a indagine da parte della procura per lo scandalo legato a Choi Soon-sil, e che, se necessario, si sottoporrà anche a un’indagine da parte di un legale indipendente.
Potrebbe diventare il primo presidente in carica della storia moderna coreana ad essere investigato dalla procura.
Durante i toccanti nove minuti di discorso alla nazione, Park si è scusata per lo scandalo per la seconda volta in 10 giorni, nonostante la crescente richiesta da parte della pubblica opinione di farsi da parte.
“E’ tutta colpa mia e ho sbagliato io. Nel profondo del mio cuore sento una grande responsabilità”, ha commentato. “Se necessario, permetterò alla procura di investigare su di me. Sono anche disposta ad accettare un’indagine da parte di un legale indipendente”.
Il discorso giunge il giorno dopo che la Corte Distrettuale Centrale di Seul ha emesso il mandato di arresto per la confidente di lunga data della Park, Choi Soon-sil, con le accuse di presunto abuso di potere e altre irregolarità che hanno portato allo scandalo che sta scuotendo l’amministrazione.
Choi, 60 anni, un’amica della Park dagli anni ’70, ha presumibilmente interferito negli affari di stato e guadagnato illegalmente sfruttando la sua relazione con la Presidente.
I procuratori sospettano che Choi abbia collaborato con An Chong-bum, l’ex segretario presidenziale per la coordinazione delle politiche, in modo da costringere i grandi conglomerati (inclusa la Samsung Electronincs) a donare quasi 80 miliardi di won (70 milioni di dollari) a due organizzazioni no profit, Mir e K-Sports.
Il Presidente è anche accusato di aver contribuito a raccogliere i fondi dalle aziende per creare le fondazioni, apparentemente dedicate alla promozione della cultura e dello sport coreani. L’opposizione afferma che questi fondi erano invece destinati ad essere la base per le attività della Park dopo il ritiro politico.
Se sarà investigata, Park sarà il primo presidente della Corea del Sud a essere sotto indagine durante il mandato.
“Chiunque è obbligato a prendersi le proprie responsabilità se le indagini svelano le sue colpe” ha detto. “Io farò lo stesso”.
Secondo la Costituzione, tuttavia, un presidente gode dell’immunità durante tutto il mandato a meno che il crimine da lui/lei commesso non sia paragonabile al tradimento o all’insurrezione. Tuttavia, alcuni sostengono che un presidente sia comunque indagabile e accusabile una volta che si sia fatto da parte.
Nell’ultima dichiarazione sullo scandalo, dopo le sue concise scuse pubbliche, il 25 di Ottobre, ha ammesso che Choi, nonostante non ricoprisse alcun ruolo ufficiale, abbia rivisto più di 40 discorsi presidenziali.
Da questa dichiarazione sono seguite una serie di accuse inclusa una che afferma che Choi avrebbe avuto accesso a documenti classificati sulla sicurezza nazionale e sugli affari esteri.
La decisione della Park di sottostare ad un’indagine arriva nel mezzo della crescente disapprovazione pubblica e del calo dell’indice di fiducia nei suoi confronti nonostante il discorso di scuse e l’inaspettata riorganizzazione del gabinetto che ha incluso l’esonero del Primo Ministro.
Un sondaggio rilasciato venerdì da Gallup Korea mostra come l’indice di fiducia della Park abbia raggiunto il picco negativo del 5%, mentre un’indagine condotta da Realmeter ha riscontrato che il 70.4% degli intervistati pensi che il presidente debba essere perseguito.
Gli osservatori dei circoli legali, inoltre, aggiungono che un’indagine nei confronti del presidente è inevitabile in quanto An, uno dei segretari della Park che ha dato le dimissioni domenica scorsa in seguito allo scandalo, ha testimoniato davanti alla procura affermando che fu Park a dare l’ordine di creare le fondazioni Mir e K-Sport.
Il leader del Partito del popo, Park Jie-won, ha anche supposto che Park avesse addirittura incontrato i direttori dei conglomerati a Cheong Wa Dae per forzarli a donare denaro alle fondazioni.
“Collaborerò in pieno per svelare la verità dietro queste accuse” ha detto Park. “L’accusa non dovrà farsi influenzare da niente e dovrà svelare chiaramente la verità, sulla base della quale poi farà giustizia”.
In relazione alle donazioni, Park ha detto che il loro obiettivo originale era di aiutare l’economia nazionale e la vita della popolazione.
“Il fatto che una certa persona abbia ottenuto profitti attraverso mezzi illegali mi devasta”, ha aggiunto.
Le opposizioni criticano questa posizione della Park, affermando che è il modo del Presidente di tagliare qualsiasi relazione con Choi.
“Nessun collegamento con il culto religioso”
Park, in aggiunta, ha anche negato qualsiasi relazione con il suo culto religioso.
A causa della decennale relazione con la famiglia Choi, la presidente è stata anche accusata di essere profondamente legata a qualche forma di shamanesimo, anche considerato che Choi è la quinta figlia del mentore della Park, Choi Tae-min che fondò un culto religioso.
Park ha anche suggerito di tenere un incontro con tutte le parti politiche per cercare di risolvere la crisi nazionale, ma le opposizioni hanno reagito in modo molto disparato.
Il partito di governo, il Saenuri Party, e il secondo partito d’opposizione, il Partito del Popolo, hanno accettato l’offerta ma il maggior partito d’opposizione, il Partito Democratico della Corea, ha fatto sapere che accetterebbe di partecipare all’incontro solo se Park accettasse tre condizioni tra cui, la sospensione della nomina a Primo Ministro (in sostituzione di Hwang Kyo-ahn) di Kim Byong-joon, vicino assistente del defunto Presidente Roh Moo-hyun.
Durante il discorso, Park non ha fatto alcun accenno alle richieste che la vogliono estromessa dal partito di governo o che lasci la maggior parte dei suoi poteri politici a un primo ministro scelto attraverso un accordo bipartisan. I partiti rivali stanno discutendo questi strumenti durante le sedute dell’Assemblea Nazionale proprio per cercare di risolvere la crisi nazionale causata dallo scandalo Choi.
Fonte:Korea Times http://www.koreatimes.co.kr/www/news/nation/2016/11/116_217552.html
5 Novembre, Una possibile ripresa dei negoziati tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord potrebbe mettere da parte la questione dei rapimenti
WASHINGTON – Secondo un esperto giapponese di politica nord coreana di stanza in America, una possibile ripresa, e avanzamento, degli incontri tra la Corea del Nord e l’amministrazione degli Stati Uniti sul programma nucleare e dei missili portato avanti da Pyeongyang, potrebbe ridurre gli incentivi per il paese a riprendere le trattative con il Giappone sulla questione dei rapimenti.
Chiunque vinca le elezioni presidenziali martedì, sembra essere intenzionato a smuovere la situazione di stallo diplomatico con la Corea del Nord perché la “strategia della pazienza” di Barack Obama si è rivelata fallimentare nell’arginale lo sviluppo nucleare e del programma missilistico della Corea del Nord, a detta di Atsushito Isokazi, professore associato dell’Università di Keio.
Mentre gli Stati Uniti aspettavano che la Corea del Nord cambiasse atteggiamento sotto minaccia delle sanzioni dell’amministrazione Obama, Pyeongyang sembra essere riuscita a sviluppare una bomba atomica abbastanza piccola da poter essere montata su un missile capace di raggiungere il suolo americano.
Solo quest’anno, nonostante la condanna internazionale, la Corea del Nord ha eseguito due test nucleari e lanciato più di 20 missili balistici.
Durante una recente intervista a Washington, Isokazi ha sollevato preoccupazioni riguardo la possibilità che i negoziati tra l’America e la Corea del Nord sul programma nucleare e missilistico di Pyeongyan, possa ridurre gli incentivi a migliorare le relazioni con il Giappone, specialmente con riguardo alla richiesta di Tokyo di vedere Pyeongyang impegnata a risolvere il caso dei rapimenti di cittadini giapponesi avvenuti tra gli anni ’70 ed ’80.
Isozaki, che al momento sta svolgendo una ricerca sabbatica presso il Centro Wilson Woodrow, e un gruppo di esperti a Washington, incoraggia gli ufficiali giapponesi a coordinarsi con la nuova amministrazione americana sia che essa sia guidata dalla democratica Hillary Clinton o dal suo rivale repubblicano Donald Trump, in modo da assicurarsi che la questione dei rapimenti non venga “messa da parte”.
Isozaki ha inoltre percepito “una grande differenza di percezione” tra Tokyo e Washington quando si parla del caso dei rapimenti. Ha detto per il Giappone questa questione è al top dell’agenda nord coreana mentre gli esperti e i politic americani non sembrano condividerne l’importanza.
“A Washington si dibatte sul programma nucleare e missilistico della Corea del Nord, delle violazioni dei diritti umani, del numero di disertori dal Nord e degli abusi nei campi di prigionia politici”, aggiunge.“Ma, e la cosa mi ha sorpreso, il caso dei rapimenti viene raramente discusso nonostante riguardi una violazione dei diritti umani e il Giappone sia un alleato-chiave dell’America”.
Un sondaggio organizzato dall’Ufficio di Gabinetto del Giappone mostra come l’83.5% dei giapponesi percepisca il caso dei rapimenti come di primaria importanza nelle relazioni con la Corea del Nord. Il primo ministro Shinzo Abe ha detto che questa questione, che ha impedito la normalizzazione delle relazioni tra Tokyo e Pyeongyang, è una delle priorità per il suo governo.
Le relazioni tra il Giappone e la Corea del Nord sono in stallo sin da Febbraio quando Pyeongyang si è rifiutata di avviare una nuova indagine sui rapimenti come protesta alle sanzioni giapponesi che hanno seguito il quarto test nucleare nord-coreano e il test del missile balistico a lunga distanza avvenuto a inizio anno.
Secondo Isozaki, un’amministrazione Clinton o Trump è tenuta a negoziare con la Corea del Nord la limitazione dello sviluppo delle sue armi nucleari attraverso una forte presa di posizione che veda l’imposizione di sanzioni più pesanti e la possibilità di colpirli preventivamente.
Riuscire a fermare i programmi nord coreani dovrebbe essere prioritario per gli Stati Uniti, soprattuto dopo che uno studio dell’Università Johns Hopkins ha mostrato che le riserve nucleari della Corea del Nord potrebbero aumentare fino a 100 prima del 2020, rispetto alle 10-16 unità stimate per il 2015.
Tuttavia, Isozaki non è sicuro che una posizione così dura basti a convincere Pyongyang a sedere a un tavolo con Washington e che la Cina, il principale benefattore economico e diplomatico della Corea del Nord, accetterebbe un attacco preventivo su Pyeongyang.
Ha predetto che, al posto di impuntarsi sulla denuclearizzazione totale della Corea del Nord, la prossima amministrazione americana dovrebbe concentrarsi nel perseguire un approccio più realistico, come l’idea di negoziare dei limiti alla capacità nucleare di Pyeongyang suggerita da James Clapper, direttore della National Intelligence.
Un approccio del genere, però, vorrebbe dire riconoscere la Corea del Nord come uno stato nucleare quando gli Stati Uniti, il Giappone e la Corea del Sud hanno detto che non lo farebbero mai.
Sarebbe sciocco pensare che Pyeongyang decidesse di abbandonare il suo arsenale nucleare, di vitale importanza per la sopravvivenza del regime, ha detto Isozaki, citando alcune frasi del leader nord coreano Kim Jong Un che nel paese sono “assolute” e “inviolabili”.
“Kim Jong Un come giustificazione a possedere armi nucleari ha citato la “lezione dei paesi del Medio Oriente”, ha aggiunto. “Questo prova la sua determinazione nel non fare la fine della Libia il cui regime è stato rovesciato dalle forze dell’Organizzazione del Trattato Nord-Atlantico dopo che aveva abbandonato il proprio programma nucleare attraverso delle negoziazioni con gli Stati Uniti e il Regno Unito”.
Fonte: JAPANTODAY https://www.japantoday.com/category/politics/view/possible-u-s-n-korea-talks-could-leave-out-abduction-issue-expert
6 Novembre, La Casa Bianca: l’alleanza tra la Corea del Sud e gli Stati Uniti rimane salda
La Casa Bianca ha espresso il forte volere dell’amministrazione americana a mantenere saldi i rapporti con la Corea nonostante lo scandalo politico con al centro il presidente Park Geun-hye.
Il responsabile dei rapporti con la stampa della Casa Bianca Josh Eaernest, questo sabato ha affermato sul sito della Casa Bianca che la Casa Bianca era ben consapevole della situazione della Park, ma che i rapporti tra i due paesi non sarebbero stati influenzati dai problemi politici nazionali della Corea.
Le sue parole sono prese da un’intervista sostenuta sull’Air Force One mentre era diretto a Fayetteville, nella Carolina del Nord, dove il Presidente Barack Obama avrebbe sostenuto la campagna presidenziale della candidata democratica Hillary Clinton.
“È ovvio che sta affrontando una difficile situazione politica nazionale, e questo è un argomento su cui non mi esprimerò” ha affermato Earnest quando gli è stato chiesto se Obama, nonostante la sua passata vicinanza all’amministrazione Park, stesse adesso cercando di prenderne le distanze.
“Da quel che so, il Presidente non si è espresso a riguardo né in pubblico né in privato”.
Earnest non è sceso nei particolari riguardo la posizione della Casa Bianca sullo scandalo. Tuttavia ha detto che uno delle caratteristiche principali di una forte alleanza è che essa sia “durevole”.
Ha detto che Obama lavorava attivamente a rafforzare quest’alleanza non solo negli anni di presidenza della Park, ma anche con i suoi predecessori.
Earnest ha anche dichiarato che, casomai la Corea dovesse essere guidata da un nuovo presidente come conseguenza dello scandalo, l’alleanza tra i due paesi rimarrebbe intatta.
Ha aggiunto, inoltre, che Obama non ha più parlato con il presidente Park da quando è ritornato dalla sua visita ai paesi dell’Asia per il Summit del G20 a settembre.
“Tutti gli altri elementi della nostra alleanza tuttavia rimangono. Inoltre, l’impegno americano nel mantenere l’alleanza è più forte che mai”.
Lo scandalo si basa sulle rivelazioni secondo cui la Park avrebbe permesso alla sua amica di lunga data Choi Soon-sil di immischiarsi negli affari di stato.
Choi ha anche sfruttato la sua stretta relazione con la Park per estorcere soldi dai grandi conglomerati industriali coreani.
Fonte: KoreaTimes, http://www.koreatimes.co.kr/www/news/nation/2016/11/120_217599.html
(Featured Image Source: Korea Times)