Rassegna settimanale 30 novembre – 6 dicembre: Sudest Asiatico
30 novembre 2015, TAILANDIA – La Tailandia sapeva che i deportati cinesi erano rifugiati in attesa di ricollocamento in Canada
Secondo una lettera dell’ONU visionata da Reuters, la giunta militare tailandese sapeva che Jiang Yefei e Dong Guangping, due dissidenti cinesi imprigionati inizialmente in Tailandia e poi deportati nella Repubblica Popolare Cinese, come richiesto dalle autorità cinesi, erano rifugiati in attesa di ricollocamento in Canada. La lettera, inviata dallo UN High Commissioner for Refugees (UNHCR) al Ministro degli Esteri tailandese, contraddice la dichiarazione della scorsa settimana del Premier Prayuth Chan-ocha, il quale aveva dichiarato che la Tailandia “non sapeva” che i due uomini erano sotto la protezione delle Nazioni Unite. La Tailandia fu criticata internazionalmente già lo scorso luglio, quando deportò verso la Cina più di cento musulmani uiguri.
Dopo l’ascesa al potere della giunta militare, lo scorso maggio, la Tailandia si è decisamente avvicinata alla Cina.
Fonte: Reuters
Link: http://www.reuters.com/article/2015/11/30/us-china-thailand-refugees-idUSKBN0TJ1E620151130
1 dicembre 2015 – Sudest asiatico esortato a impedire il ripetersi della tragedia delle barche dei migranti
L’IOM (International Organization for Migration) ha esortato i Paesi del Sudest asiatico a trattare con umanità i migranti in arrivo sulle loro coste, e a fare tutto quel che è in loro potere per evitare che si ripetano tragedie come quella di quest’anno, in cui centinaia di rifugiati morirono in mare o in campi nella giungla. Le nazioni del Sudest asiatico hanno acconsentito ad aiutare i rifugiati più vulnerabili, in seguito alla crisi che, lo scorso anno, vide l’arrivo di più di 4000 migranti in Indonesia, Malesia, Tailandia, Birmania e Bangladesh in seguito allo smantellamento, in Tailandia, di alcune gang di trafficanti di esseri umani.
Fonte: Reuters
Link: http://www.reuters.com/article/2015/12/01/us-asia-migrants-idUSKBN0TK3IO20151201#S2QhBs0j6lqQA5AR.97
2 dicembre 2015, FILIPPINE – Arrestato per pedofilia nelle Filippine: assolto l’ambasciatore Daniele Bosio
Daniele Bosio, ambasciatore italiano in Turkmenistan al momento dei fatti (aprile 2014), era stato accusato da due attivisti di una ONG di aver molestato dei bambini. La magistratura filippina ha riconosciuto la piena estraneità di Bosio alle accuse, che ha potuto, in seguito al proscioglimento, fare ritorno in Italia.
Fonte: La Repubblica
3 dicembre 2015, BIRMANIA – Suu Kyi inizia il riavvicinamento con l’esercito
Il premio Nobel Suu Kyi si è incontrata con Min Aung Hlaing, il capo dell’esercito birmano, con cui dovrà condividere il potere esecutivo nonostante la schiacciante vittoria del suo partito alle elezioni generali dell’8 novembre. La Costituzione, scritta dall’esercito stesso nel 2011, prevede infatti che tre ministeri chiave e la posizione di vice-presidente spettino di diritto a persone nominate dall’esercito. L’incontro è stato fortemente simbolico, dal momento che vi hanno preso parte la rappresentante di un movimento pro-democrazia una volta perseguitato e il capo di quell’esercito che, per cinque decenni, ha monopolizzato il Paese con pugno di ferro.
Fonte: Reuters
Link: http://www.reuters.com/article/2015/12/03/myanmar-politics-idUSKBN0TM0HJ20151203#SsRwUGo2WkA7mHdl.97
4 dicembre 2015, TAILANDIA – Russia avverte Tailandia: minaccia da parte dello Stato Islamico
La polizia tailandese ha annunciato di aver ricevuto un avvertimento da parte dell’agenzia di sicurezza russa. Dieci siriani che potrebbero essere affiliati al gruppo dello Stato Islamico potrebbero organizzare attacchi a obiettivi russi in Tailandia.
Finora ci sono stati pochi segnali di attività legate all’IS in Tailandia, nonostante il gruppo recluti attivamente volontari dai suoi vicini del sudest asiatico: Malesia e Indonesia.
Fonte: Asian Correspondent
Link: http://asiancorrespondent.com/2015/12/thailand-receives-russian-warning-of-islamic-state-threat/
5 dicembre 2015, TAILANDIA -Tipografo dell’International New York Times blocca storie per la terza volta
Il New York Times ha denunciato i limiti della libertà di stampa in Tailandia, dopo che il suo tipografo locale ha rifiutato di pubblicare articoli riguardanti il Paese del Sudest asiatico per la terza volta. Il tipografo ha rimosso una colonna dall’opinion page dell’edizione di venerdì dell’International New York Times: l’articolo parlava del Crown Property Bureau in Tailandia, un organo che gestisce gli affari finanziari della famiglia reale. La monarchia tailandese è un argomento estremamente sensibile, e criticarla può portare fino a 15 anni di carcere.
Fonte: Asian Correspondent
(Featured Image Source: Asian Correspondent)