Rassegna settimanale 23 – 29 novembre: Africa Subsahariana
23 novembre – Somalia: Pirati di nuovo all’attacco di pescherecci
Un gruppo di pirati al largo della costa somala, ha attaccato due pescherecci stranieri, uno iraniano e l’altro thailandese. La nave thailandese è riuscita a fuggire, mentre l’equipaggio di 15 persone del peschereccio iraniano è stato preso in ostaggio domenica scorsa e viene al momento trattenuto per un riscatto. Secondo John Steed, membro dell’organizzazione, “il forte incremento nella pesca illegale è responsabile del ritorno della pirateria nella regione”
La pirateria nella regione aveva raggiunto un picco nel 2011, con più di 700 persone tenute in ostaggio. Il fenomeno ha subito una netta contrazione a seguito delle operazioni di polizia marittima internazionale, ma secondo l’Afp sono ancora molte le persone sotto sequestro.
Fonte: Thomspon Reuters Foundation
Link: http://www.trust.org/item/20151123162423-9pieq
24 novembre – Gambia: Fuorilegge la mutilazione genitale femminile
Il Gambia, con il suo presidente Yahya Jammeh, ha annunciato che metterà fuorilegge la pratica della mutilazione genitale femminile, dopo la difusione della campagna per la messa al bando per legge delle mutilazioni genitali femminili, promossa dal quotidiano The Guardian, che ha promosso una. La pratica è ancora molto diffusa nel piccolo Stato dell’Africa occidentale come in tutto il resto del continente, dove, secondo dati Unicef, viene imposta al 76% delle donne e al 56% di quelle con meno di 14 anni e a un totale di 100 milioni di donne fra Africa e Medio Oriente.
Il provvedimento avrà effetto immediato, anche se non è chiaro quale sarà il suo iter istituzionale né, soprattutto, come sarà implementato e fatto rispettare.
Fonte: The Guardian
Link: http://www.theguardian.com/society/2015/nov/24/the-gambia-bans-female-genital-mutilation
25 novembre – Kenya: Cambio ai vertici
Un rimpasto di governo, è stato deciso ed annunciato in diretta televisiva, da Uhuru Kenyatta, ed ha determinato un cambio ai vertici dei ministeri per l’Energia, l’Agricoltura, i Trasporti e il Lavoro. Kenyatta ha ribadito che la corruzione costituisce una “minaccia alla sicurezza nazionale”. Tutti i ministri sostituiti infatti, sono coinvolti in scandali per corruzione e due di loro risultano inquisiti. La scorsa settimana, il ministro per la Devolution, coinvolta in una vicenda relativa a tangenti, si era dimessa denunciando “problemi di salute, causati dal clima velenoso e le false accuse” che le venivano mosse.
Kenyatta, eletto nel 2013, aveva incentrato la sua campagna elettorale sulla lotta alla corruzione. Ha inoltre annunciato una nuova legislazione in materia che prevede la decadenza degli incarichi pubblici in caso di corruzione e il ritiro delle licenze per le banche che non rispettano le norme antiriciclaggio.
Tra gli scandali che hanno investito il governo keniano nelle ultime settimane, ci sono una serie di vicende legate al land grabbing, truffe in materia di appalti e l’incapacità da parte dei ministri interessati, di spiegare come sono stati spesi circa 2.75 miliardi di dollari in Eurobond raccolti sui mercati internazionali l’anno scorso. Le stesse forze armate keniane sono al centro di una bufera, con l’accusa di essere coinvolte in un traffico di zucchero di canna dalla Somalia, che vedrebbe persino un’alleanza con il gruppo fondamentalista al Shabaab.
Fonte: All Africa
Link: http://allafrica.com/view/group/main/main/id/00040018.html
28 novembre – Burkina Faso: Verso le elezioni
Domenica 29 novembre 2015 i 5,5milioni di burkinabè andranno per la prima volta in modo libero, al voto per eleggere i loro 127 deputati e il presidente della repubblica. Quattordici sono i candidati per la poltrona di capo dello stato, di cui due donne. Queste elezioni si tengono al termine di un anno di transizione seguito alla cacciata del presidente Blaise Compaoré, il 31 ottobre 2014, e dopo un tentativo di colpo di stato, il 16 settembre scorso, che ha obbligato il paese a rimandare le elezioni inizialmente previste per l’11 ottobre. Tuttavia molti dei candidati in lizza sono cresciuti all’inetrno del vecchio sistema, quello di Compaorè, sia quelli della maggioranza che quelli dell’opposizione più o meno radicale. Bastano i nomi di Roch Marc Kaboré, Ablassé Ouédraogo, Zéphirin Diabré, Ram Ouédraogo e Saran Sérémé.
Fonte: The Guardian