Rassegna settimanale 23-29 novembre: Giappone e Corea del Sud

Rassegna settimanale 23-29 novembre: Giappone e Corea del Sud

23 Novembre – Giappone: unità di intelligence contro il terrorismo

In vista del summit del G7 che il Giappone ospiterà il prossimo anno, il Primo Ministro Abe ha dichiarato che il governo costituirà il prossimo mese un’unità di intelligence sul terrorismo.

“Prima del summit all’isola di Ise, noi rilanciamo le misure antiterrorismo e rinforziamo la nostra intelligence in accordo con la comunità internazionale.  Entro la fine di anno, creeremo una nuova unità”. Ha dichiarato domenica Abe alla conferenza stampa dopo una serie di  incontri organizzati nella capitale malesiana, di Kuala Lumpur, a margine dell’APEC.

Le osservazioni di Abe sono arrivate nel momento in cui la comunità internazionale sta incrementando il fronte comune per combattere il terrorismo dopo gli attacchi del 13 novembre a Parigi, che hanno ucciso 130 persone.

Il prossimo summit del G7 che riunirà i leader di Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Stati Uniti, si terrà a maggio nella prefettura di Mie.

Una fonte ha ammesso che il governo sta preparando un’unità di intelligence, costituita all’interno del Ministro degli Esteri, che avrà 4 basi all’estero – ad Amman, al Cairo, Jakarta e Nuova Dehli.

Il governo prevede di inviare in queste basi staff proveniente dal Ministero degli Esteri, da quello della Difesa e dalla Agenzia di Polizia Nazionale e che abbia esperienza in quelle regioni.

I team di intelligence saranno costituiti all’interno delle ambasciate giapponesi e il personale avrà lo status diplomatico.

Fonte: Japan Times  http://www.japantimes.co.jp/news/2015/11/23/national/politics-diplomacy/japan-set-terrorism-intelligence-unit-early-next-month-abe/#.Vlgs6ig7ZrN

 

24 Novembre –  La Presidente Park chiede l’approvazione delle norme antiterrorismo

La Presidente, Park Geun-hye, martedì ha sollecitato il rapido passaggio delle misure antiterrorismo, evidenziando come la Corea del Sud non è al sicuro da potenziali  rischi terroristici.

“In relazione ad altri Paesi che hanno approvato leggi antiterrorismo, la Corea del Sud è in ritardo di 14 anni sull’approvazione di tali misure,”  ha dichiarato in una riunione di governo. “Ma quando accadrà un incidente, i legislatori saranno pronti a criticare il governo mentre sono loro che stanno ostacolando l’approvazione della legge.”

I partiti si stanno scontrando sulle norme che regolamentano le misure antiterrorismo. L’oggetto della contesa politica è la scelta di chi coordinerà la gestione dell’antiterrorismo.

La legge, ora in discussione, presentata dal partito di maggioranza prevede che il National Intelligence Service (NIS) abbia la guida, ma l’opposizione è contraria perché ciò darebbe troppo potere ad un’agenzia così politicizzata.

Park ha sottolineato che la Corea del Sud non è al sicuro da attacchi terroristici e che deve essere creato un efficace sistema di sicurezza.  A sostegno di ciò ha citato il recente arresto di un indonesiano legato ad al-Qaida.

La stessa agenzia NIS ha dichiarato di aver scoperto 10 cittadini sudcoerani legati allo Stato islamico.

La Presidente Park, nel frattempo, ha criticato come “violenze illegali” le manifestazioni del 14 novembre organizzate da unioni sindacali, attivisti e insegnanti e studenti contro le politiche del governo, che ha visto, secondo i dati forniti dalla polizia,  la partecipazione di oltre 68.000 persone. Decine di partecipanti e di agenti della polizia sono stati feriti, un manifestante è in gravi condizioni.

“Le manifestazioni in cui i partecipanti indossano maschere devono essere bandite”, afferma Park facendo riferimento ad una legge presentata dal partito di maggioranza, Saenuri.

”Non è poi come sta facendo l’ISIS che indossa maschere? La violenza illegale è un tentativo di negare lo stato di diritto. Sappiamo che le proteste

del 14 novembre sono state manovrate da chi spesso usa la violenza…” afferma Park.

La polizia, questa settimana, ha fatto irruzione negli uffici della Korea Confederation of Trade Unions e ha trovato martelli, scale e altri attrezzi e documenti che mostrano che i suoi membri hanno premeditato gli attacchi contro le autorità.

Il principale partito di opposizione, il New Politics Alliance for Democracy, ha duramente criticato le dichiarazioni di Park, affermando che la Presidente sta dichiarando guerra allo stato di diritto e agli organi legislativi.  Il portavoce del partito, Yoo Eun-hae, ha dichiarato “Sono scioccato dal paragone fatto da Park fra l’ISIS e i suoi cittadini”:

Fonte: http://www.koreaherald.com/view.php?ud=20151124001148

 

25 Novembre — Il ministro della difesa del Giappone in visita ufficiale alle Hawaii

Il ministro della difesa del Giappone è alle Hawaii per incontrare alti ufficiali dell’esercito americano. È il primo incontro da quando il Parlamento giapponese ha approvato la legge che alleggerisce i limiti all’uso della forza, imposti dopo la Seconda Guerra mondiale.

Il  Ministro Gen Nakatani ha incontrato martedì  il Comandante delle forze americane del Pacifico, Harry Harris e ha discusso di sicurezza nella regione, comprese le questioni delle dispute territoriali nel Mar Cinese Meridionale e del sistema di difesa balistica.

Il Parlamento del Giappone ha approvato in settembre una legge che consente all’esercito di difendere i suoi alleati anche quando il Paese non è direttamente sotto attacco. La norma permette, pertanto, di collaborare in maniera più forte con l’alleato statunitense e con altri Paesi.

Ralph Cossa, Presidente del think tank Pacific Forum CSIS, ha dichiarato

che i due alleati hanno necessità di verificare come sarà applicata la legge. E questo probabilmente è stato un tema di discussione nell’incontro alle Hawaii.

La difesa da missili balistici è una delle aree dove si prevede maggior cooperazione.

“Con la nuova legge, probabilmente nel caso in cui la Corea del Nord lanci un missile verso le Hawaii e il Giappone lo intercetti, lo può abbattere” afferma Cossa.

Il Giappone ha incrementato il suo sistema di difesa dai test missilistici dopo i missili lanciati dalla Corea del Nord nel 1998.

La visita di Nakatani prevede anche la visita ad un radar X band , usato per intercettare missili balistici – a Pearl Harbor.

La nuova legge stabilisce, inoltre, che il Giappone può difendere una nave statunitense sotto attacco. Fino ad ora era stato possibile soltanto per gli Stati Uniti offrire protezione a navi giapponese, ma mai il contrario a fronte delle limitazioni della legislazione giapponese per ciò che riguarda la difesa collettiva.

Le norme hanno suscitato proteste  e hanno accesso un vivace dibattito nel Paese sull’opportunità o meno di abbandonare le norme pacifiste a fronte delle crescenti sfide internazionali.

Per i sostenitori della nuova legge, le minacce regionali, come la Corea del Nord e i suoi test missilistici o le sfide cinesi alla sovranità giapponese, minacciano la sicurezza del Giappone. E’ necessario, pertanto, per il Giappone essere più attivo e collaborare maggiormente con gli Stati Uniti.

 

26 Novembre –   Pressioni sul Giappone per incrementare le quote di immigrazione. 

Il governo giapponese è diviso al suo interno sul rifiuto di accettare un incremento, ancorché modesto, del numero di rifugiati e immigrati, dopo l’appello lanciato dalle Nazioni Uniti che hanno chiesto a Tokyo un

maggior coinvolgimento nella questione dei rifugiati provenienti da Siria e Iraq.

Shigeru Ishiba, ministro incaricato di “rivitalizzare” l’economia regionale, ha affermato che il Giappone dovrebbe accettare più immigrati come lo furono gli immigrati giapponesi in Sud America a inizio ‘900.

Il sostegno di Ishiba per un incremento dell’immigrazione arriva nel momento in cui l’Alto Commissariato dell’ Onu per i rifugiati ha sollecitato il Giappone a contribuire all’accoglienza di rifugiati scappati da Siria e Iraq.

La decisione del Primo Ministro Abe, di escludere qualsiasi  modifica alle severe norme in tema di rifugiati, ha sollevato numero citriche. Nell’ultimo anno, su 5000 richieste di asilo politico, ne sono state accolte soltanto 11.

Ishiba, probabile futuro sfidante per la leadership del Partito Liberaldemocratico ,  è uno dei membri del governo che sostiene posizioni contrarie al Primo Ministro sulle politiche di immigrazione e che sostiene che un incremento degli immigrati aiuterebbe l’economia. “Dato che la popolazione è in declino, il governo dovrebbe promuovere politiche di accoglienza nei confronti degli immigrati”, afferma Ishiba.. “È sbagliato pensare che gli stranieri non debbano venire in Giappone”.

Lo stesso Taro Kono, ministro delle riforme e capo della agenzia nazionale di polizia, ha affermato recentemente che misure più flessibili potrebbero portare ad un incremento del PIL.

Le affermazioni di Kono sono state, tuttavia, smentite dal portavoce governo, Yoshihide Suga.  “Altri paesi hanno avuto esperienze difficili”, ha spiegato alla stampa il portavoce “Dobbiamo essere prudenti sulla questione dell’accoglienza degli immigrati”

Lo stesso Abe ha escluso modifiche alle leggi sull’immigrazione all’assemblea dell’ONU di settembre a New York.

“Prima di accettare immigrati, dobbiamo lavorare sulle politiche sociali a favore delle donne e degli anziani per incrementare il tasso di natalità. Ci

sono molte cose da fare, prima di accettare immigrati”.

Il Giappone è uno dei primi Paesi al mondo per donazioni di aiuti per lo sviluppo, aiuti umanitari e finanziamento delle istituzioni internazionali, e pertanto sta subendo oggi numerosi pressioni dall’esterno per rivedere le proprie politiche sull’immigrazione.

Il rifiuto del Giappone è anche in contrasto con le posizioni assunte da altri Paesi non Europei come l’Australia che ha offerto di accogliere altri 12.000 rifugiati o il Canada.

Antonio Guterres, l’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati,  in visita questa settimana a Tokyo, ha sollecitato il governo giapponese a incrementare il numero di rifugiati, in particolare quelli provenienti da Siria e Iraq.

Guterres, ha aggiunto che  “il Giappone “deve progressivamente migliorare il sistema di asilo…per renderlo più efficace nell’accoglienza, nel riconoscimento e nell’integrazione dei rifugiati nella società giapponese”.

FONTE: The Guardian  http://www.theguardian.com/world/2015/nov/26/japan-under-pressure-to-accept-more-immigrants-as-workforce-shrinks

 

27 Novembre – I partiti sono d’accordo nel votare il Trattato di Libero Scambio con la Cina 

Tutti i partiti hanno trovato un accordo per acconsentire un rapido passaggio parlamentare per la ratifica  dell’ Accordo di Libero scambio fra Corea del Sud e Cina durante la sessione plenaria del Parlamento prevista per la prossima settimana.

Sebbene rimangano divergenze sulle conseguenze dell’Accordo, il partito di governo Saenuri Party e il maggior partito di opposizione, New Politics Alliance for Democracy, hanno raggiunto un intesa per organizzare un meeting con il governo e le relative commissioni per entrare nel merito dell’applicazione del patto.

Il partito d’opposizione è contrario all’accordo fino a quando il governo

non adotterà misure efficaci per compensare gli agricoltori e i pescatori che subiranno i danni maggiori dall’entrata in vigore del trattato.

Il testo prima di arrivare al voto del Parlamento dovrà essere approvato dalla commissione esteri e commercio..

L’accordo di Libero Scambio con la Cina è stato sottoscritto il 1 giugno.

Il partito di govenro, Saenuri Party , ha affermato che, oltre alla firma del trattato con la Cina, sta proseguendo l’iter legislativo anche per quelli con Vietnam, Nuova Zelanda e Turchia.

Il partito di maggioranza Saenuri ha dichiarato che venerdì sarà l’ultimo giorno utile affinché il trattato entri in vigore entro l’anno. Il partito ha assicurato sussidi per 870 milioni di dollari a sostegno dell’agricoltura e ha evidenziato i benefici di cui goderanno le aziende sudcoreani dall’applicazione dell’accordo con la Cina.

28 Novembre – Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti si incontreranno la prossima settimana a Washington per discutere di nucleare

Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti discuteranno la prossima settimana a Washington la questione degli armamenti nucleari della Corea del Nord, ha affermato l’agenzia Yonhap News, citando fonti diplomatiche.

All’incontro, la Corea del Sud sarà rappresentata da Hwang Joon Kook, Inviato speciale per la Corea per la pace e la sicurezza, gli Stati Uniti da Sung Kim, Rappresentate speciale per le questioni nordcoreane e il Giappone da Kimihiro Ishikane, Direttore generale degli affari Asiatici e Oceanici della Ministero degli Esteri.

I tre funzionari guidano le delegazioni dei rispettivi Paesi ai Six party Talks istituiti per fermare le ambizioni nucleari di Pyongyang. Nel dialogo diplomatico sono coinvolti, dal 2008, anche Russia e Cina.

Un incontro simile tra i tre Paesi si tenne lo scorso maggio a Seoul.

Fonte: Japan Today http://www.japantoday.com/category/politics/view/s-korea-u-s-japan-to-hold-nuclear-talks-next-week-in-Washington

 

29 Novembre – Giappone riprenderà la caccia alle balene 

Il Giappone riprenderà la caccia alle balene all’inizio del prossimo anno, dopo una sospensione di oltre un anno, sfidando così la Corte di Giustizia internazionale che ha deliberato la sospensione della pratica.

Il governo giapponese ha affermato che, pur tenendo conto della decisione della corte, il programma sarà puramente scientifico e che si prevede di cacciare soltanto un terzo delle balene cacciate nel precedente programma scientifico, 333 anziché 1000.

L’annuncio è stato duramente condannato dai gruppi ambientalisti e dal governo inglese e australiano.

 “L’Australia si oppone fermamente alla decisione del Giappone di riaprire la caccia la prossima estate,” ha affermato Greg Hunt,  Ministro dell’Ambiente australiano. “Non può decidere unilateralmente senza tener conto dei comitati scientifici”

L’organizzazione no profit Sea Sheperd, che annualmente invia navi a fermare la flotta giapponese impegnata nella caccia, ha dichiarato “ Vogliamo ricordare al governo giapponese che  anche sull’Oceano vige il rispetto del diritto internazionale, Qualsiasi violazione sarà considerata come un atto criminale”

L’Australia ha vinto lo scorso anno una causa davanti alla corte di giustizia internazionale, che ha stabilito che il programma di caccia alla balene del Giappone non fosse scientifico e ha ordinato al governo di Tokyo di richiamare la sua flotta.

Il Giappone ha iniziato la caccia nel 1987, un anno dopo che fu stabilita la moratoria internazionale, disprezzando le posizioni scientifiche contrarie.

La Corte di Giustizia Internazionale ha stabilito che il Giappone ha cacciato circa 3600 balene da quando ha avviato il suo programma di ricerca nel 2005.

Fonte: The Guardian http://www.theguardian.com/world/2015/nov/29/japan-to-resume-whaling-programme

 

(Featured Image Source: The Guardian)