Rassegna settimanale 18 - 24 maggio: Sud Est Asiatico

Rassegna settimanale 18 – 24 maggio: Sud Est Asiatico

18 maggio – Ban ki Moon: maggiore impegno per salvare i Rohingya

Continuano le preoccupazioni internazionali per la questione dei migranti nel Sudest asiatico. Anche il segretario generale Onu Ban Ki-moon ha espresso crescente apprensione per la crisi umanitaria dei barconi alla deriva. In una conversazione telefonica con i primi ministri di Malesia e Thailandia ha infatti offerto ai Paesi l’aiuto delle Nazioni Unite. “Nelle conversazioni con i leader della Regione, è stata sottolineata la necessità di proteggere le vite umane”, di “rispettare l’obbligo di salvataggio in mare” e di non respingere i profughi, come si legge in un comunicato dell’Onu.

Ban Ki-moon ha inoltre espresso il suo sostegno a favore di un meeting regionale per cercare di risolvere la drammatica situazione attraverso un’azione comune.

Fonte: The Bangkok Post

Link: http://www.bangkokpost.com/news/general/564115/un-chief-backs-rohingya-meet

19 maggio – Il Vietnam si oppone al divieto di pesca imposto dalla Cina

Il governo vietnamita rigetta in modo deciso il divieto di pesca nel Mar Cinese Meridionale deciso nei giorni scorsi dal governo cinese. Il divieto, iniziato il 16 maggio e che durerà fino al primo agosto, riguarda la porzione marittima dal 12esimo parallelo alle regioni cinesi del Guangdong e del Fujian, includendo così l’intero golfo del nord vietnamita e gli arcipelaghi Paracel e Spratly, isole contese da Vietnam, Taiwan, Filippine, Brunei e Malaysia.

Lê Hải Bình, portavoce del ministro degli Affari esteri vietnamita, ha dichiarato: “Noi ci opponiamo in modo risoluto a questa inutile decisione della Cina. Il Vietnam ha basi legali e storiche sufficienti per rivendicare le isole Paracel e le Spratley ”. “Il Vietnam – ha continuato – ha il diritto sovrano e la giurisdizione nazionale sulle acque, nostra esclusiva zona economica. Questo è in accordo con i provvedimenti della convenzione ONU sul Sea Law del 1982”.

Il divieto deciso da Pechino rischia di mettere in ginocchio la popolazione costiera vietnamita che vive anzitutto di pesca. Il Mar Cinese meridionale – oltre a essere fonte ricchissima di gas naturali e petrolio – è una delle zone più pescose del pianeta e fornisce il 10% del prodotto mondiale.

Fonte: Reuters

Link: http://www.reuters.com/article/2015/05/18/us-vietnam-china-fish-idUSKBN0O20PF20150518

21 maggio – Indonesia: linea dura contro la pesca illegale

La marina indonesiana ha affondato 41 navi straniere, accusate di pesca illegale nelle proprie acque territoriali. I pescherecci fanno parte delle flotte di Vietnam, Thailandia e Filippine: alcuni di essi sono stati distrutti con cariche di dinamite e lasciati affondare. Tra le imbarcazioni affondate anche una cinese di grosso tonnellaggio, che operava nella zona sud del Mar Cinese meridionale. È la prima volta che una nave di Pechino viene colpita dalle autorità indonesiane.

Susi Pudjiastuti, ministro della Pesca, difende la linea dura del governo: “Senza la continua lotta alla pesca illegale, non saremmo in grado di aumentare il benessere dei nostri pescatori”. “Questo non è un atto di forza – ha aggiunto –. Stiamo solo applicando le nostre leggi”.

La guerra alla pesca illegale è uno dei punti fermi della politica del presidente Joko Widodo che, fin dalla sua elezione lo scorso ottobre, ha promesso di fare di tutto per interrompere una pratica che costa all’Indonesia decine di miliardi di dollari di mancate entrate ogni anno.

Secondo le autorità indonesiane, la pesca illegale straniera è colpevole anche dell’enorme danno all’ambiente causato dall’uso diffuso di esplosivi e cianuro, che distruggono gli habitat dei pesci.

La politica dura di Jakarta rischia di aumentare l’irritazione dei Paesi vicini, in una regione che da anni è teatro di scontri. Il Mar Cinese meridionale – oltre a essere fonte ricchissima di gas naturali e petrolio – è una delle zone più pescose del pianeta, fornendo il 10% del prodotto mondiale. Il pesce rappresenta una parte fondamentale dell’economia dei Paesi asiatici, visto che il 22% delle proteine assunte in media dalla popolazione provengono proprio dal pesce.

Fonte: The Bangkok Post

Link: http://www.bangkokpost.com/news/asia/568891/indonesia-sinks-41-illegal-fishing-boats

Malaysia: Najib Razak in soccorso dei Rohingya

Il premier malaysiano Najib Razak ha annunciato una operazione di salvataggio da parte della marina di Kuala Lumpur, volta al pattugliamento del mare delle Andamane alla ricerca di imbarcazioni cariche di migranti. “I boat-people verranno soccorsi e, se vi sono le condizioni, tratti in salvo sulla terraferma” afferma il governo sembrando allntanarsi dalla politica dei respingimenti adottata sinora e che aveva inasprito la crisi migranti. Egli ha inoltre aggiunto che verranno garantiti aiuti umanitari sia per mare che via terra. “Dobbiamo impedire – aggiunge il premier – la perdita di ulteriori vite umane”.

Negli ultimi 10 giorni oltre 3mila persone, in maggioranza provenienti dalla ex Birmania, insieme a lavoratori migranti del Bangladesh, sono stati soccorsi al largo delle coste di Indonesia, Malaysia e Thailandia. Un dramma che si è acuito con dopo la scoperta di una fossa comune nei pressi del confine con la Malaysia in cui erano sepolti decine di Rohingya. Secondo molti analisti ed esperti la radice del problema sta nelle persecuzioni e negli abusi di cui sono vittime i Rohingya in Myanmar. Sino a che non verrà risolta la questione riguardante la minoranza musulmana, che Naypyidaw considera alla stregua di migranti irregolari, il dramma dei moderni boat-people è destinato a continuare.

Jakarta e Kuala Lumpur si sono dette disponibili ad ospitare per un periodo di tempo determinato i migranti che approdano sulle loro coste. Tuttavia, i due governo insistono che si tratta di un problema sovranazionale e che deve essere affrontato dalla comunità internazionale, con un piano mirato di ricollocamento e accoglienza.

Fonte: BBC News

Link: http://www.bbc.com/news/world-asia-32822508