Rassegna settimanale 20 – 26 aprile: Africa Subsahariana
20 aprile – Somalia: attentato di Al Shabaab al bus dell’Unicef
Sono almeno sette i morti causati dalla bomba che è esplosa alle 8 di questa mattina (7 in Italia) sul pulmino delle Nazioni Unite che stava portando il personale delle Nazioni Unite dal compound dell’ONU, dove ci sono gli alloggiamenti, alla sede dell’Unicef. A bordo c’erano dieci persone. Cinque di esse (quattro lavoravano pr l’Unicef) facevano parte dello staff ed hanno perso la vita: un afghano, due somali (tra cui l’attentatore suicida che si è fatto esplodere) e due kenioti. Gli altri due morti son le guardie che si trovavano accanto al minibus. Quattro sono anche i feriti: una donna pachistana è in gravi condizioni. Il gruppo terrorista A Shebab ha rivendicato l’attentato. In un primo tempo sembrava che a compiere il terrible gesto fosse stato il cuoco della mensa delle Nazioni Unte che era stato licenziato qualche settimana fa.
Fonte: CNN News
Link: http://edition.cnn.com/2015/04/20/africa/somalia-violence/
22 aprile – Nigeria: offensiva contro il gruppo Boko Haram
L’esercito nigeriano mercoledì ha invaso l’ultima nota fortezza del gruppo terrorista Boko Haram, nella foresta Sambisa, nella zona nordorientale della Nigeria. L’intervento ha visto l’aiuto militare dei vicini Chad e Cameroon ed è stata l’ultima battaglia dell’offensiva iniziata 2 mesi fa.
Sambisa, è una riserva coloniale a circa 100 km dal villaggio di Chibok, dove il gruppo di Boko Haram ha rapito le 200 studentesse più di un anno fa. I servizi segreti hanno creduto che questo potesse esser il posto in cui il gruppo deteneva le ragazze.
L’offensiva è iniziata al confine con il Cameroon, mentre le truppe del Chad si attestano presso Mora, nel nord del Cameroon. I militanti controllavano un’area della grandezza del Belgio dall’inizio dell’anno, ma hanno perso molto terreno dall’inizio.
Fonte: Thomson Reuters Foundation
Link: http://www.trust.org/item/20150422174713-jqlf2/?source=jtOtherNews3
23 aprile – Mali: fondi per proteggere gli agricoltori ed i loro raccolti
La mancanza di pioggia a metà dell’ultima stagione ha causato il fallimento del raccolto della coltura del sorgo (un cereale simile al grano) per molti agricoltori.
L’agricoltura in Africa è purtroppo legata ai bruschi cambiamenti e rischi climatici e dovrebbe per questo, esser protetta da fondi nazionali. Tuttavia si stanno compiendo dei passi in avanti in questo senso e da inizio anno, secondo Ibrahima Coulibaly della CNOP, una federazione di organizzazioni di agricoltori malesi, sono cominciati gli incontri per convincere il governo nazionale a pagare un’assicurazione contro i danni causati dai grandi disastri naturali.
Experts hope the initiative will expand small-scale insurance programmes now run by regional chambers of agriculture and aid agencies to the rest the country, helping break the cycle of harvest failure caused by extreme weather common across the Sahel region of West Africa.
Fonte: Thomson Reuters Foundation
Link: http://www.trust.org/item/20150423125141-8mi1x/?source=jtOtherNews2
24 aprile – Rwanda: migliaia di rifugiati dal Burundi
Quasi 15,000 abitanti del Burundi sono fuggiti verso il Rwanda e la Republica Democratica del Congo da metà marzo fino ad ora, hanno dichiarato le Nazioni Unite e gli ufficiali rwandesi questo venerdì. Il motivo che spinge i rifugiati a scappar dal Burundi è la crescente paura per l’aumento esponenziale degli scontri e delle violenze all’avvicinarsi delle elezioni presidenziali il 26 giugno, che vedono la possibile candidatura del Presidente Pierre Nkurunziza per la terza volta consecutiva. Quella che si sta refigurando è la più grave crisi politica del Burundi dopo la fine della guerra civile durata 12 anni nel 2005.
Il numero dei rifugiati che dal Burundi raggiungerà il Rwanda continuerà a salire e raggiungerà circa 60,000 unità fino a giugno.
Fonte: Thomson Reuters Foundation
Link: http://www.trust.org/item/20150424153658-ish31/?source=search
26 aprile – Burundi: Nkurunziza si ricandida per la terza volta
Due morti e una quindicina di feriti a Bujumbura per le proteste represse dalla polizia, cominciate dopo l’annuncio del presidente uscente Pierre Nkurunziza, di volersi ricandidare alla massima carica dello Stato per la terza volta, violando la Costituzione che prevede solo due mandati. Le elezioni sono previste il 26 giugno.
E così il Burundi dopo anni di guerra civile ed un trattato di pace nove anni fa, rischia di ripiombare nel caos.
Sabato il partito al potere, Consiglio Nazionale per la Difesa della Democrazia – Forze per la Difesa della Democrazia, ha avallato la scelta di Nkurunziza di riproporsi alla guida del Burundi: l’opposizione si è scatenata ed è scesa in piazza. Il ministro dell’Interno Edouard Nduwimana ha dispiegato la polizia che, per disperdere i dimostranti, ha utilizzato gas lacrimogeni, pallottole di gomma ma anche di piombo. Sono queste che hanno provocato i morti e i feriti. “Le manifestazioni sono illegali – ha detto – perché il governo le ha vietate”.
Fonte: The Guardian