Rassegna settimanale 16-22 febbraio: Giappone e Corea del Sud
16 febbraio 2015, Giappone – Il Giappone esce dalla recessione, ma la ripresa è più debole del previsto
Negli ultimi tre mesi del 2014 il Giappone è uscito da un lungo periodo di recessione; tuttavia, la crescita del PIL (0,6% tra ottobre e dicembre, che si traduce nel 2,2% se considerato come tasso annuale) è molto al di sotto del 3,7% annuo stimato in precedenza. Gli analisti ritengono che la causa di questa fragile ripresa sia da individuare nell’aumento dei prezzi della scorsa primavera, che ha frenato i consumi. Pertanto, la decisione di Abe di rimandare al 2017 un nuovo aumento delle tasse dovrebbe aiutare a incrementare i consumi e, quindi, a sostenere la ripresa economica.
Fonte: The Guardian
17 febbraio 2015, Giappone – Hayao Miyazaki: le vignette di Charlie Hebdo su Maometto “un errore”
Il regista e co-fondatore dello Studio Ghibli, famoso per film d’animazione del calibro de “La Città Incantata” e “Il Castello Errante di Howl”, è conosciuto anche per le sue critiche ad alcune delle politiche del premier giapponese Shinzo Abe. Durante un’intervista per la stazione radio giapponese TBS, Miyazaki si è inserito anche nel dibattito relativo all’attacco terrorista al settimanale satirico francese Charlie Hebdo, costato la vita a 12 persone il 7 gennaio 2015. “Ritengo sia un errore caricaturare figure venerate da altre culture; non lo si dovrebbe fare. Anziché fare cose di questo tipo, sarebbe meglio fare più caricature dei politici del proprio Paese”. I commenti di Miyazaki potrebbero risultare controversi. Mentre molti hanno apprezzato la decisione di Charlie Hebdo di pubblicare un’immagine del profeta Maometto sulla copertina della prima edizione uscita dopo l’attacco, altri si dichiarano d’accordo con Miyazaki. Il mese scorso, un sondaggio ha rivelato come un francese su quattro sia contrario a pubblicare vignette satiriche che possano essere ritenute offensive per i musulmani.
Fonte: The Telegraph
18 febbraio 2015, Giappone – Abe: “E’ naturale che i leader visitino lo Yasukuni”
Alla sessione plenaria della Camera dei Rappresentanti, il premier giapponese Shinzo Abe ha dichiarato che, per il leader della nazione, è “naturale” voler visitare il Santuario Yasukuni e dimostrare il proprio rispetto a coloro che sono morti per difendere il Paese. Le dichiarazioni erano riferite alla visita del dicembre 2013, che aggravò le tensioni del Giappone con Cina e Corea del Sud. Tra i caduti commemorati allo Yasukuni, infatti, rientrano anche alcuni criminali di guerra.
Fonte: The Japan Times
19 febbraio 2015, Giappone – Campo di internamento per giapponesi vicino a Pearl Harbour dichiarato da Obama “monumento nazionale”
Il presidente statunitense Barack Obama ha trasformato lo Honouliuli Internment Camp, campo di prigionia per giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale, in monumento nazionale, per “assicurare che le sue storie siano raccontate per generazioni” e per “evidenziare come la difesa dei diritti umani diventi debole in tempo di conflitto”. Nel campo, soprannominato dai prigionieri “Jikoku-Dani”, la Valle Infernale, erano tenuti prigionieri anche cittadini statunitensi di origine giapponese.
Fonte: The Japan Times
20 febbraio 2015, Giappone – LDP e Komeito divisi sul ruolo delle Self-Defense Forces
La scorsa estate, l’amministrazione Abe ha fornito una nuova, controversa interpretazione della Costituzione pacifista giapponese, permettendo alle Self-Defense Forces di prendere parte a operazioni al di fuori del territorio nazionale. Ora i due partiti di coalizione al Governo, il Partito Liberal-democratico (LDP) e il Komeito, sono in disaccordo sull’estensione di tali operazioni. L’LDP ha proposto, nella giornata di venerdì, di revisionare la legge che impone alle SDF di operare solo in aree prossime al Giappone, rimuovendo il limite geografico sulle attività delle forze di autodifesa, e di autorizzare supporto logistico a tutti gli alleati militari, e non solo agli Stati Uniti. Inoltre, l’LDP vorrebbe creare una legge permanente che permetta di non dover ricorrere a una legislazione di natura straordinaria ogni volta che il Giappone decide di intervenire in operazioni belliche fuori dai confini nazionali e che permetta di non dover essere sostenuti da una risoluzione delle Nazioni Unite.
Fonte: The Japan Times
Giappone – Oltraggio per la colonna di Sono sull’apartheid
L’11 febbraio, la scrittrice ottantatreenne Ayako Sono ha pubblicato un articolo d’opinione sul Sankei Shinbun che è stato ampiamente interpretato come un incoraggiamento all’apartheid. L’autrice, infatti, sostiene da un lato la necessità, per il Giappone, di sostenere l’arrivo di immigrati per contrastare la diminuzione di forza lavoro nel Paese, ma ritiene anche necessario che queste comunità di immigrati vivano separate dal resto della società. “Dopo aver appreso della situazione di venti o trenta anni fa in Sudafrica, ho cominciato a pensare che i bianchi, gli asiatici e i neri dovrebbero vivere separati”. L’indignazione del pubblico continua a manifestarsi anche una settimana dopo le dichiarazioni dell’autrice. Venerdì mattina, 111 professori universitari e studiosi di tutto il Paese hanno espresso il loro supporto a una lettera firmata da alcuni membri della Japan Association for African Studies e indirizzata a Sono e al Sankei Shinbun nella giornata di lunedì, in cui chiedevano il ritiro dell’articolo. “L’idea che le persone dovrebbero vivere separate sulla base della loro razza costituisce precisamente il fondamento dell’apartheid”, si può leggere nella lettera. L’articolo di Sono rappresenta un affronto “intollerabile” nei confronti degli sforzi fatti dalla società di tutto il mondo per combattere il razzismo. Da parte sua, Sono ha dichiarato di non aver intenzione di ritirare l’articolo, perché ciò equivarrebbe a “rinunciare alla libertà d’espressione”. Ha anche spiegato che il suo articolo non intendeva approvare il sistema dell’apartheid. In città del sud America, come Lima, spiega Sono, ci sono parti della città dedicate agli immigrati giapponesi (i “nikkei”), dove essi possono conservare intatte la loro lingua e la loro cultura. “Queste comunità nascono in modo spontaneo, ma nessuno è segregato […] Non penso ci sia nulla di sbagliato se si decide di propria iniziativa di vivere separatamente”.
Fonte: The Japan Times
22 febbraio 2015, Giappone – Abbondano gli ostacoli alla stesura del discorso di Abe per il 70simo anniversario della Seconda Guerra Mondiale
Mercoledì un gruppo di esperti si riunirà per cercare di decidere quale dovrà essere il contenuto del discorso di Abe in occasione delle commemorazioni per l’anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. Per ora, Abe ha dichiarato la sua intenzione di pronunciare un discorso “orientato al futuro”, probabilmente soprassedendo alcune delle dichiarazioni dello storico discorso del 1995 dell’allora leader Murayama, che riconobbe le violenze del Giappone.
Fonte: The Japan Times
(Featured Image Source: Wikimedia Commons)