Rassegna settimanale 6 – 12 ottobre: Africa Subsahariana
06 ottobre – Somalia: le truppe governative riprendono il controllo della città di Barawe
Le forze governative somale, con il supporto delle truppe dell’Unione Africana, hanno riconquistato la città di Barawe, roccaforte dei miliziani jihadisti del gruppo al-Shabaab, la quale, dal 2009, era formalmente nelle mani dei terroristi. Tuttavia il governo somalo aveva perso il controllo della città ben 23 anni fa.
Barawe è infatti un importante porto del sud della Somalia e, con una popolazione di circa 550mila abitanti, veniva utilizzato come base logistica dagli islamisti per trasportare armi e gestire i finanziamenti, anche derivanti dalle tasse imposte ai cittadini, necessari alla loro guerra contro il governo di Mogadiscio. Dopo l’offensiva delle forze internazionali che ha liberato gran parte della Somalia dai ribelli Shabaab, rovesciando il loro dominio che si estendeva su tutta la parte meridionale del paese, gli jihadisti si sono riorganizzati, approfittando anche della debolezza dell’esecutivo che guida la nazione, portando avanti una lotta caratterizzata da attacchi kamikaze nei confronti dei simboli delle istituzioni e contro le forze di sicurezza, con l’obbiettivo di destabilizzare il governo.
Fonte: BBC News
Link:http://www.bbc.com/news/world-africa-29510216
08 ottobre – Tanzania: Nella Costituzione la proposta di garantire maggiori tutele alle donne in tema di diritto alla terra
La nuova costituzione, approvata dal Parlamento la scorsa settimana, diventerà quasi certamente legge, come sostengono gli esperti, anche se si dovrà aspettare il verdetto del referendum. Secondo il Primo Ministro Mizengo Pinda, entrerà in vigore prima delle elezioni generali del 25 ottobre e sostituirà la costituzione del ’77.
L’Articolo 22 della Costituzione afferma: “Tutte le donne hanno il diritto di acquisire, possedere, utilizzare e sviluppare la terra, nelle stesse condizioni concesse agli uomini”. Gli esperti legali lo definiscono come un importantissimo passo in avanti nel riconoscimento dei diritti delle donne e del progressivo miglioramento del loro status quo. Prima di questa Costituzione, le donne perdevano ogni diritto di usufrutto, proprietà sulla terra, godimento dei proventi derivanti dal lavoro della terra, in caso di morte o abbandono da parte del marito.
“La bozza costituzionale ha ben definito il termine ‘persona’. In molte comunità le persone ritengono che una “persona” sia un “uomo ma non una donna”, afferma Anna Abdallah, attivista per i diritti delle donne e membro dell’Assemblea Costituzionale. “Questo il tipo di eguaglianza per cui stiamo combattendo”.
Fonte: Thomas Reuters Foundation
Link: http://www.trust.org/item/20141008153326-xixhi/?source=fiDontmiss
Kenya: Kenyatta accusato di crimini contro l’umanità
E’ il primo capo di stato in carica ad apparire alla sbarra della Corte Internazionale per crimini contro l’umanità. Ci sono voluti ben 3 anni ed una delle più complesse sfide diplomatiche che si ricordino per vedere comparire Uhuru Kenyatta, presidente keniota. I reati attribuiti sono omicidio, spostamento forzoso di popolazioni, stupro, persecuzioni su base etnica, tortura e sarebbero stati orchestrati all’indomani delle elezioni del 2007 dal politico, figlio del primo presidente del Kenya post-coloniale, e dal suo vice Joseph Ruto, all’epoca dei fatti su schieramenti avversi: secondo la ricostruzione dei fatti avvalendosi di un’alleanza con Mungiki, una setta criminale, Kenyatta sarebbe stato il mandante degli scontri che hanno causato la morti di quasi 1300 civili.
Purtroppo il processo è ad un punto morto perché la sproporzione tra i mezzi della difesa e quelli dell’accusa non fa che prolungare l’agonia di una vicenda giudiziaria che forse non decollerà mai. Inoltre a fornire le prove contro Kenatta dovrebbero essere proprio persone vicine al suo governo e questo ha causato una fuga enorme di testimoni chiave, terrorizzati di subire ritorsioni.
Fonte: BBC News
Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-29548753
09 ottobre – Africa – Un piccolo passo in avanti nella protezione dei diritti di LGBTI
Il mese scorso, il Consiglio delle Nazioni Unite ha votato a favore di una risoluzione che condanna gli atti di violenza e discriminatori “commessi contro gli individui a causa del loro orientamento sessuale e dell’identità di genere”.
La risoluzione è stata acclamata dagli attivisti come un “momento significante” per i diritti e l’acquisizione di consapevolezza nei confronti delle esigenze di lesbiche, gay, bisessuali, transgender ed intersex (LGBTI). E’ solo la seconda volta che il consiglio approva una risoluzione in tema di diritti dei LGBTI.
Monica Tabengwa lavora sui diritti di LGBTI nell’Africa Sub-Sahariana ed ha affermato che questa risoluzione è un grande risultato, soprattutto per “quelle nazioni in cui i temi della sessualità ed i diritti sessuali stanno diventando anche temi politici. Le cose non cambieranno nel giro di una notte, ma daranno validità al lavoro fatto fino ad ora”.
Fonte: All Africa
http://www.un.org/ga/search/view_doc.asp?symbol=A/HRC/27/L.27/Rev.
Link: http://allafrica.com/stories/201410101675.html
Tanzania: arrestate 23 persone per l’omicidio di sette “streghe”
Sette persone sono state bruciate vive da una folla che li ha accusati di praticare la stregoneria in un villaggio nell’ovest della Tanzania. Una ventina le case date alle fiamme. Lo rende noto la polizia aggiungendo di avere arrestato 23 persone, tra cui i capi tradizionali del villaggio ed un guaritore locale.
Sette persone sono state arse vive con l’accusa di stregoneria, nel villaggio di Murufiti, nella regione di Kigoma, al confine con il Burundi. La polizia ha arrestato 23 persone che hanno preso parte al linciaggio, tra cui alcuni leader della tribù locale e un uomo considerato un guaritore.
“Quando sono tornato a casa ho trovato il corpo di mia madre a 10 metri dall’ingresso e il cadavere di mio padre carbonizzato”, ha raccontato il figlio di una delle vittime, Josephat John. Le esecuzioni sono avvenute lunedì, ma la notizia è stata diffusa dalla polizia dopo l’arresto dei responsabili.
Fonte: BBC News
Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-29572974
Rwanda: salvate centinaia di persone dalle mani dei trafficanti
La polizia rwandese ha salvato 153 persone dai trafficanti dal 2009 al 2013.
Le vittime soprattutto donne e bambine, in misura inferiore anche i ragazzi, usati per lavori domestici e sessuali in traffici nazionali ed internazionali. Molti di loro finiscono nei Paesi vicini, come gli Emirati Arabi o più lontani, come Malesia, Cina, Europa e Stati Uniti.
Fonte: Thomas Reuters Foundation
Link: http://www.trust.org/item/20141009110307-hye00/?source=fiOtherNews3
10 ottobre – Africa occidentale: Ebola
Fin’ora più di 4000 persone sono morte a causa dell’Ebola in Africa occidentale. La maggior parte delle morti sono avvenute in Liberia, Sierra Leone e Guinea, ha affermato l’Organizzazione Mondiale della Salute. I casi, 8300, sono stati registrati in sette nazioni, che sono state divise in due gruppi dal WHO. Il primo include la Guinea, la Liberia e la Sierra Leone, i primi e maggiormente colpiti. La Liberia ha visto fino ad ora 4076 casi e 2316 morti, seguita dalla Sierra Leone con 2950 casi e 930 decessi. La Guinea, dove l’epidemia ha avuto origine, ha visto 1350 casi e 778 vittime. Il secondo gruppo di nazioni include la Nigeria, il Senegal, la Spagna e gli Stati Uniti, ed ha visto un numero minore di casi altamente isolati. Diffusione c’è stata anche nella Repubblica Democratica del Congo, con 43 morti fino al 7 ottobre.
La sperimentazione del primo vaccino contro l’Ebola è iniziata venerdì in Mali. Il vaccino dovrebbe stimolare la risposta immunitaria contro il virus e si sta sperimentando sui dei volontari. Lo ha annunciato il ministro della Sanita’ maliano, Ousmane Kone.
Fonte: All Africa
Link:http://allafrica.com/stories/201410110079.html
Somalia: Esportazioni illegali di carbone alimentano al Shabaab
Le esportazioni illegali di carbone hanno fatto guadagnare ai militanti di al Shabaab decine di milioni di dollari lo scorso anno. Grazie ad essi hanno finanziato vendite di armi di contrabbando ai miliziani, non facendo che aumentare le tensioni interne al Paese.
Il Somalia-Eritrea Monitoring Group, il quale sta vagliando, insieme alle N.U. delle sanzioni per i due Paesi, ha dichiarato di aver contato, da giugno 2013 a maggio 2014, ben 161 container contenenti carbone, provenienti dalla Somalia meridionale. Il Consiglio di Sicurezza delle N.U. aveva bandito le esportazioni di carbone dalla Somalia nel febraio del 2012, con lo scopo di tagliare i fondi ad al Shabaab, un gruppo affiliato ad al Qaeda, che sta combattendo da anni per il controllo della Somalia e sta imponendo una rigida osservanza della sharia nelle zone occupate.
Fonte: Reuters Foundation
Link: http://www.trust.org/item/20141010224109-bz28x/?source=jtOtherNews3
Ancora vittime delle guerriglie nella Repubblica centro Africana
Due persone sono state uccise mentre combattevano nella capitale della Repubblica Centro Africana e 6 peacekeepers provenienti dal Burundi e dal Cameroon sono rimasti feriti in un’imboscata. La violenza segue giorni di combattimenti feroci che potrebbero minare il governo ad interim del Presidente Catherine Samba-Panza, insediatasi a gennaio, con lo scopo di porre fine ai due anni di guerre ininterrotte.
Fonte: Reuters Foundation
Link: http://www.trust.org/item/20141011145544-8zd25/?source=jtOtherNews2
11 ottobre – Nigeria: Boko Haram libera 27 ostaggi
Boko Haram ha liberato 27 ostaggi che aveva catturato nel nord del Camerun, tra cui 10 operai cinesi e la moglie del vicepremier camerunense. Lo ha riferito la presidenza del Camerun. I 10 cittadini cinesi erano stati sequestrati a maggio in un raid contro una fabbrica vicino a Waza, nel nord del Camerun, poco distante dalla tenuta foresta Sambisa roccaforte di Boko Haram. La moglie del vicepremier del Camerun era stata rapita a fine luglio a Kolofata, vicino alla frontiera con la Nigeria, mentre con la famiglia celebrava la fine del Ramadan.
Fonte: BBC News
Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-29581495