Rassegna settimanale 22-28 settembre: Africa subsahariana
22 settembre, SUD SUDAN – Ricominciano le trattative di pace e si contano le vittime della guerra
Le trattative di pace per il Sudan del Sud sono riprese lunedì 22 settembre a Bahir Dar, una città etiope situata a 550 chilometri a nord di Addis Abeba.
Il portavoce dell’esercito sud sudanese ha dichiarato che il numero delle vittime dei nove mesi di sanguinosi scontri nello stato dell’Alto Nilo si aggira intorno alle 180 unità da entrambe le parti.
All’apertura dei colloqui di pace, il diplomatico etiope Seyoum Mesfin, Capo-Mediatore del blocco regionale alla guida dei negoziati, ha ribadito ai delegati di governo e opposizione che la soluzione pacifica del conflitto non si raggiungerà mai con la violenza, ma solo al tavolo delle trattative.
Queste ultime avranno il compito di porre le basi per un governo transitorio di unità nazionale e di preparare la bozza di una costituzione permanente. Le parti si sono accordate per instaurare il suddetto governo entro 45 giorni.
Fonte: Voice of America
Link: http://allafrica.com/stories/201409230593.html
23 settembre, CAMERUN – Gli attacchi transfrontalieri forzano lo spostamento dei rifugiati nigeriani in Camerun
L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha annunciato l’incremento degli sforzi volti a trasferire 5,000 rifugiati nigeriani in Camerun. Al momento essi si trovano in una città di confine, in mezzo agli attacchi transfrontalieri attualmente in corso.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha dichiarato che circa 100 rifugiati nigeriani passano in Camerun ogni giorno per tentare di sfuggire agli insorgenti.
Gli scontri transfrontalieri si sono intensificati nelle ultime due settimane. Il 18 settembre gli insorgenti hanno attaccato una serie di villaggi camerunensi situati lungo il confine con la Nigeria bruciando più di dieci chiese. Dieci giorni prima altri villaggi erano stati attaccati, 8 persone uccise e 300 motocicli sequestrati.
Dall’inizio della crisi in Nigeria, le autorità camerunensi hanno riportato l’arrivo di 43,720 rifugiati nigeriani in Camerun, inclusi i 26,720 registrati dall’UNHCR. Inoltre sono 70,000 gli sfollati nigeriani nel vicino Niger e 1,600 quelli in Ciad. 650,000 sono infine gli sfollati interni, dislocati a nord-est della Nigeria.
Fonte: UN news
Link: http://allafrica.com/stories/201409231720.html
24 settembre, NIGERIA – Ucciso capo Boko Haram: centinaia di militanti si arrendono
L’esercito nigeriano ha annunciato la resa di centinaia di militanti della setta islamica Boko Haram e ha confermato la morte del capo dei terroristi.
Il portavoce della Difesa Chris Olukolade ha dichiarato che l’uomo che si mostrava nei video come Abubakar Shekau, conosciuto come leader del gruppo, è stato ucciso durante un combattimento a Konduga, nello stato di Borno.
Le forze dell’ordine nigeriane hanno confermato che un numero cospicuo di militanti si è arreso sia in Nigeria, sia in Camerun.
Fonte: Deutsche Welle
Link: http://allafrica.com/stories/201409250304.html
REPUBBLICA CENTRAFRICANA – Aperta inchiesta sui crimini di guerra in Repubblica Centrafricana
La Corte Penale Internazionale ha aperto un’inchiesta sui crimini di guerra e contro l’umanità commessi dalle milizie in Repubblica centrafricana.
Fatou Bensouda, procuratore della CPI, ha dichiarato che a partire dal 2012, anno di inizio del conflitto tra ribelli seleka e forze anti-balaka, si sono verificati infiniti casi di stupri, omicidi, saccheggi e persecuzioni.
Secondo una prima istruttoria avviata dalla corte, le atrocità sono state commesse da entrambe le parti. Tra i crimini di guerra e contro l’umanità di cui si sono macchiate le milizie rivali rientrano anche attacchi alle missioni umanitarie e reclutamento di bambini soldato.
Il governo di coalizione, formatosi lo scorso mese, non è riuscito ad attenuare le tensioni in CAR e il Paese continua a rimanere diviso in due fazioni: una musulmana a nord e una cristiana a sud. Da poco, la missione ONU è subentrata a quella guidata dall’Unione Africana, nella speranza di assicurare protezione alla popolazione civile.
Fonte: BBC
Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-29354134
25 settembre, KENYA – Infermiere keniano condannato a morte per aborto
Jackson Namunya Tali, infermiere keniano, è stato condannato a morte. La sua colpa risale a cinque anni fa, quando Tali praticò un aborto ad una donna, la quali morì poco dopo per emorragia.
I testimoni sostengono che Tali avesse acconsentito ad aiutare una donna, Chrisyine Atieno, ad abortire. L’infermiere dichiara invece da aver cercato di salvare la paziente da un aborto fallito, praticato da qualcun altro.
Nonostante le giustificazioni di Tali, la Corte ha stabilito che l’accusato abbia causato la morte della donna e l’ha pertanto condannato a morte per omicidio.
Nonostante gli sforzi degli attivisti volti alla legalizzazione dell’aborto, la pratica è considerata illegale anche dalla nuova costituzione keniana, adottata nel 2010. Affinché un aborto possa essere praticato, è necessaria la presenza di tre medici, i quali certifichino che la madre sia in pericolo di vita.
La conseguenza di questo divieto sono le migliaia di donne keniane vittime di aborti praticati in maniera illegale ed insicura. Secondo un sondaggio, solo nel 2012, si sono verificati 120,000 casi.
Fonte: BBC
Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-29370405
26 settembre, KENYA – Chiude “madrasa radicale” in Kenya
Le autorità keniane hanno chiuso una “madrasa”, ovvero una scuola religiosa, perché trasmetteva ideologie islamiche radicali.
La scuola in questione, situata a Machakos, a est di Nairobi, è la prima scuola religiosa keniana ad essere accusata di aizzare il fondamentalismo.
Essa è entrata nel mirino della polizia dopo che 21 giovani sono stati arrestati perché sospettati di essersi uniti ai militanti somali di al-Shabaab.
Mwenda Njoka, portavoce del Ministero degli Interni, ha dichiarato che la decisione di chiudere la suddetta matrasa è stata presa su consiglio delle unità di intelligence e di antiterrorismo della polizia keniana.
Fonte: BBC
Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-29375677
27 settembre, LIBERIA – Capo Ufficiale Medico in quarantena
In seguito alla morte di uno dei suoi assistenti colpito dal virus dell’ebola, il Capo Ufficiale Medico liberiano ha deciso di stare in quarantena per 21 giorni. Si tratta di una misura preventiva visto l’elevato contagio del virus.
La WHO ha dichiarato che il numero delle vittime dell’ebola ha superato le 3,000 persone. Il rischio di venire infettati che il personale medico incorre è molto alto.
Ben 375 operatori sanitari sono stati colpiti dalla malattia e 211 ne sono morti in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone.
Fonte: BBC
Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-29393737
28 settembre, REPUBBLICA CENTRAFRICANA – La Samba-Panza chiede all’ONU un allentamento dell’embargo sulle armi
Durante il suo primo discorso di fronte all’assemblea Generale delle Nazioni Unite, Catherine Samba-Panza, Presidente del governo transitorio in Repubblica Centrafricana, ha richiesto un allentamento dell’embargo sulle armi imposto al suo Paese.
La Samba-Panza ha ringraziato le Nazioni Unite per aver inviato le forze di pace in Centrafrica. Ha poi esortato la comunità internazionale ad allentare le rigide sanzioni sulle armi imposte durante le violenze settarie che dilaniavano il Paese.
Secondo la leader centrafricana, le truppe ONU trarrebbero giovamento dall’assistenza locale.
Fonte: Deutsche Welle
Link: http://allafrica.com/stories/201409280004.html
(Featured Image Source: https://www.flickr.com/photos/m1key-me/15126255339/ )