Rassegna settimanale 14 – 20 giugno: Cina e Corea del Nord
16 giugno – Cina: condannati a morte 3 persone per l’attentato in piazza Tiennamen
La Corte intermedia del Popolo della provincia settentrionale del Xinjiang ha condannato a morte questa mattina 3 persone, coinvolte nel mortale attentato avvenuto in piazza Tiananmen nell’ottobre del 2013. In totale gli accusati erano 8: di questi, uno è stato condannato all’ergastolo mentre altri 4 hanno ricevuto condanne fino a 20 anni di galera.
Il processo è iniziato il 13 giugno e si è chiuso dopo meno di 3 giorni di dibattito. La Cctv, televisione ufficiale di Stato che ha confermato le condanne, ha anche identificato gli accusati: due di loro hanno nomi che sembrano uiguri, il maggior gruppo etnico della provincia da tempo in una spirale di violenza.
Nell’attentato, avvenuto nel settore settentrionale della piazza Tiananmen, sono morte 2 persone e altre 40 sono rimaste ferite. L’attacco del 28 ottobre 2013 è stato il primo, nella storia moderna, a colpire Pechino. Secondo diversi analisti, esso ha portato a un nuovo livello di violenza il confronto già tesissimo fra il governo centrale e la provincia nordoccidentale del Xinjiang. Qui vive l’etnia uighura, turcofona e di religione islamica, che ha sempre cercato di ottenere l’indipendenza da Pechino. Il governo centrale, da parte sua, ha inviato nella zona centinaia di migliaia di cinesi di etnia han per cercare di renderli l’etnia dominante. Inoltre impone serie restrizioni alla libertà religiosa, alla pratica musulmana, all’insegnamento della lingua e della cultura locale.
Fonte: BBC News
Link: http://www.bbc.com/news/world-asia-china-27864060
17 maggio – Cina: attacco al sito web del referendum
E’ stato attaccato il sito web costruito appositamente per il referendum indetto dagli attivisti di Hong Kong dell’Occupy Central. Il movimento ha affermato che sia stato un modo per mettere a tacere il volere di migliaia di persone che stanno cercando di esprimere in maniera pacifica e democratica la rivendicazione di un loro diritto: ossia l’elezione a suffragio universale del prossimo capo dell’esecutivo del 2017.
Fonte: BBC News
Link: http://www.bbc.com/news/world-asia-china-27881723
18 maggio – Cina – Vietnam
L’alto diplomatico cinese, Yang Jiechi, è giunto in Vietnam per colloqui con gli ufficiali di Hanoi, finalizzati ad allentare le tensioni territoriali nel mar Cinese meridionale. Egli dovrebbe incontrare il Primo Ministro del Vietnam Nguyen Tan Dung e il segretario generale del Partito comunista Nguyen Phu Trong. Il ministero cinese degli Esteri sottolinea che Pechino auspica di intavolare “uno scambio di opinioni franco e approfondito”. Ad inasprire lo scontro fra Hanoi e Pechino, la decisione della Cina di piazzare il Primo maggio scorso una piattaforma per l’esplorazione petrolifera, la Haiyang Shiyou 981, al largo della costa orientale vietnamita. In risposta, nazionalisti di Hanoi hanno promosso proteste di piazza, attacchi mirati contro aziende straniere, roghi e assalti che hanno causato almeno due morti e oltre 140 feriti. Nei giorni successivi si sono inoltre verificati assalti da parte di navi da guerra cinesi, nei confronti di pescherecci vietnamiti.
Entrambe le nazioni hanno sollevato il conflitto in seno alle Nazioni Unite, presentando dossier al segretario generale Onu Ban Ki-moon che legittimano le rispettive rivendicazioni.
Secondo attivisti e nazionalisti vietnamiti, la Cina ha sfruttato l’instabilità e i conflitti in corso in Ucraina, Siria, Iran e Corea del Nord per iniziare il progetto – attraverso l’installazione della piattaforma petrolifera – di colonizzazione dei mari. Un progetto che si pone in aperto contrasto con la Dichiarazione di Condotta delle parti nei mari orientali (Doc) e la Convenzione Onu sui mari (Unclos). Di contro, Pechino accusa il Vietnam di “provocazioni” nel mar Cinese meridionale, denunciando oltre 1400 a navi e pescherecci da parte di imbarcazioni battenti bandiera vietnamita. E nel fine settimana la Cina intende costruire una suola sulle isole Paracel.
Da tempo Vietnam e Filippine manifestano crescente preoccupazione per “l’imperialismo” di Pechino nei mari meridionale e orientale; il governo cinese rivendica una fetta consistente di oceano, che comprende isole contese – e la sovranità delle Spratly e delle isole Paracel – da Vietnam, Taiwan, Filippine, Brunei e Malaysia (quasi l’85% dei territori). A sostenere le rivendicazioni dei Paesi del Sud-est asiatico vi sono anche gli Stati Uniti, che a più riprese hanno giudicato “illegale” e “irrazionale” la cosiddetta “lingua di bue”, usata da Pechino per marcare il territorio. L’egemonia riveste un carattere strategico per il commercio e lo sfruttamento di petrolio e gas naturale nel fondo marino, in un’area dell’Asia-Pacifico di elevato interesse per il passaggio dei due terzi dei commerci marittimi mondiali.
Fonte: BBC News
Link: http://www.bbc.com/news/world-asia-27888009
19 maggio – Cina: in Tibet 60 persone vengono arrestati per aver protestato contro un progetto minerario
Le forze di sicurezza della contea tibetana di Zogang hanno arrestato oltre 60 uomini che avevano partecipato ad una manifestazione contro l’apertura di una miniera nella loro zona. Gli arrestati vengono tutti dal villaggio Gewar, dove nel maggio 2014 una persona si è uccisa per protestare contro le trivellazioni. Gli arresti sono collegati proprio alla morte di Phakpa Gyaltsen, che si era prima accoltellato e poi lanciato da una finestra per cercare di fermare il progetto minerario.
Secondo una fonte gli abitanti del villaggio “vengono interrogati a scadenza regolare” dalle autorità cinesi. Dopo la morte di Gyaltsen, centinaia di tibetani sono scesi in strada nella città di Tongbar – che sovrintende il villaggio – chiedendo uno stop a tutte le attività estrattive nell’area. I funzionari del governo hanno prima disciolto il corteo e poi lanciato una campagna di censura contro i cellulari e le chat attive nell’area. Secondo la fonte “tutte le comunicazioni con l’esterno, incluso lo scambio di foto, vengono monitorate”.
Fonte: Asia News
Link: http://www.asianews.it/news-en/Tibet,-60-men-held-over-anti-mining-protests-31406.html
Cina: condannati tre attivisti
Tre attivisti del Movimento dei Nuovi cittadini, che combatte contro la corruzione dei capi del Partito, sono stati condannati oggi.
Liu Ping e Wei Zhongping hanno ricevuto una sentenza di sei anni e mezzo; Li Sihua una condanna a tre anni. I tre erano stati arrestati lo scorso anno per aver esibito in pubblico dei cartelli in cui chiedevano ai membri del Partito comunista di dichiarare pubblicamente le loro ricchezze. Con la sola prova di una foto che li ritrae con i cartelli, essi sono stati condannati per “disturbo dell’ordine pubblico”. Le accuse per Liu e Wei comprendono anche “radunare una folla per disturbare l’ordine” e ” uso di un culto malvagio per minare l’applicazione della legge”. Quest’ultima accusa è riferita al fatto che Liu e Wei siano membri del Falun Gong, un gruppo religioso perseguitato in Cina. Diversi membri del movimento, arrestati all’inizio dell’anno, appartengono invece a una comunità protestante non ufficiale, la Comunità del Santo amore (Sheng Hai Tuanqi), che raccoglie nelle sue file anche molte persone che nella capitale presentano petizioni per ingiustizie subite.
Fonte: BBC News
Link: http://www.bbc.com/news/world-asia-china-27917234
20 giugno – Cina: alto afflusso al referendum sulla democrazia
Il referendum sulle riforme democratiche lanciato dal movimento Occupy Central, è già a pieno regime. Lanciato alle 12 di oggi, dopo poche ore ha già raccolto oltre 200mila voti. Gli organizzatori pensavano che l’adesione di almeno 100mila persone sarebbe stato già un buon risultato. Intanto, per facilitare la raccolta di voti, molte parrocchie del territorio hanno messo a disposizione locali o spazi della comunità.
Il referendum chiede ai cittadini di esprimere il loro parere su quale sia il modo migliore per eleggere il prossimo capo dell’esecutivo nel 2017, se in modo diretto, con suffragio universale come richiesto dai gruppi democratici, oppure attraverso un comitato di rappresentanti, come invece avviene oggi, dove una parte di loro e nominata dall’alto (dal governo e da Pechino).
La votazione – secondo gli stessi organizzatori – ha solo valore dimostrativo, per conoscere il pensiero della popolazione. Il referendum si doveva tenere solo per due giorni (20-22 giugno), ma un attacco di hacker al server di Occupy Central ha reso necessario prolungare il voto fino al 29.
Fonte: BBC News
Link: http://www.bbc.com/news/world-asia-china-27936340