Rassegna settimanale 5-11 Aprile: Africa Subsahariana
5 aprile, Camerun- Due preti e una suora rapiti in Camerun
Secondo il Ministro degli esteri dell’Italia due preti italiani e una suora canadese sono stati rapiti da un uomo armato ancora non identificato.
L’uomo avrebbe depredato l’edificio prima di prendere gli ostaggi.
L’area è vicino a una roccaforte del gruppo di attivisti nigeriani Boko Haram.
L’attacco è successo tre mesi dopo il rilascio di un prete francese che era stato rapito nella stessa regione dal gruppo Boko Haram e trattenuto in Nigeria.
L’ultimo attacco ha avuto luogo nel distretto di Maroua sabato mattina.
L’uomo armato sembra che sia arrivato in macchina e che sia entrato nell’edificio dove i preti e le suore erano alloggiate intorno alle due.
I due preti sono originari di Vicenza. L’Italia sembra aver attivato un’unità di crisi che lavori per il loro rilascio. Uno dei due preti era in Camerun da sei anni, mentre l’altro era arrivato solo un mese fa.
Lo scorso anno sette membri della famiglia francese Moulin-Fournier, di cui quattro bambini, sono stati rapiti dai Boko Haram e tenuti in ostaggio per due mesi.
Fonte: BBC news
Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-26899710
6 aprile, Nigeria- L’economia più estesa dell’Africa è quella nigeriana
L’economia della Nigeria è la estesa del continente. Questo è stato dichiarato come risultato della rivalutazione della sua economia.
Secondo il Ministro della Finanza, Ngozi Okonji-Iweala, il PIL della Nigeria, che è stato ricalcolato, si aggira attorno ai 432 bilioni di $ mentre quello del Sud Africa è fermo a 370 bilioni di $.
L’aumento del PIL è legato a nuovi settori come Nollywood, le telecomunicazioni e i servizi di informazione, la produzione musicale, l’editoria, le istituzioni finanziarie e le assicurazioni.
Fonte: All Africa
Link: http://allafrica.com/stories/201404071009.html
7 aprile, Africa- L’UE criticata per il fallimento del trasferimento di tecnologia
Secondo uno studio del Centro per lo Sviluppo Globale degli USA i Paesi europei contribuiscono meno di ogni altra nazione sviluppata allo sviluppo tecnologico globale e stanno perseguendo delle politiche di proprietà intellettuale che non sono “development friendly”.
Le nazioni europee sono quelle che conducono la maggior parte della ricerca&sviluppo mondiale e hanno la maggior parte dei diritti di proprietà intellettuale del mondo.
Secondo lo studio nuove misure sono necessarie per farle partecipare maggiormente allo sviluppo.
E’ stato esaminato l’impegno di 21 Paesi europei e 4 Paesi sviluppati non- europei per promuovere il trasferimento di tecnologia alle nazioni in via di sviluppo.
I Paesi europei sono dietro l’Australia, il Giappone, la Nuova Zelanda, la Corea del Sud e gli USA nel fornire questo supporto.
In più le politiche sulla proprietà intellettuale sono diventate più forti negli ultimi anni e i Paesi stanno facendo cambiamenti che non sembrano essere “development friendly”.
Walter Park, co-autore dello studio e professore di economia in America, sostiene che i Paesi in via di sviluppo hanno bisogno di accedere alle tecnologie digitali per stare in linea con il resto del mondo.
Park dice che l’Europa deve supportare lo sviluppo tecnologico dei Paesi in via di sviluppo, visto anche l’accordo internazionale Trade Related Intellectual Property Rights firmato nel 1995 dal WTO.
Per Park, però, i policy maker dell’UE danno più retta alle potenti lobby della proprietà intellettuale che a coloro che sostengono che un maggior accesso alla tecnologia porti una maggior innovazione.
Gli autori dello studio stanno spingendo i policy maker europei a modificare le loro leggi restrittive sulla proprietà intellettuale.
Invitano l’UE anche a incrementare l’R&D pubblico nelle aree tecnologiche che sono più utili per i Paesi in via di sviluppo (es. le medicine per malattie poco considerare, la nutrizione e i cambiamenti climatici) e a avere come target non solo le economie in via di sviluppo a reddito elevato come Brasile, Cina, India o Singapore ma anche quelle meno sviluppate.
Fonte: All Africa
Link: http://allafrica.com/stories/201404071493.html
Ruanda- Genocidio: l’ONU dichiara di vergognarsi ancora
Ban Ki-moon, in occasione della commemorazione per i venti anni dal genocidio, ha dichiarato che l’ONU si vergogna ancora del suo fallimento nel prevenire il genocidio del 1994.
“Durante il genocidio il personale dell’ONU ha mostrato grande coraggio, ma avremmo potuto fare molto di più” ha dichiarato Ban.
Ha anche aggiunto: “Le truppe in Ruanda sono state ritirate quando erano più necessarie. Un anno dopo a Srebrenica, area dichiarata “sicura” dalle Nazioni Unite, innocenti sono stati abbandonati al massacro e lasciati nel pericolo. Questo è percepito ancora come una vergogna dall’ONU.
Fonte: BBC Africa
Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-26917419
Kenya- L’UNHCR è preoccupata per il arresti di massa in Kenya
L’UNHCR ha espresso i suoi dubbi sull’arresto di massa di Somali e di persone di altre nazionalità come parte di un’operazione delle forze di sicurezza per porre fine agli attacchi di militanti Islamici.
Secondo un diplomatico somalo circa 2000 persone sono state arrestate a Nairobi nella scorsa settimana.
Il Kenya vuole liberarsi dei simpatizzanti del gruppo islamico somalo, Al-Shabab. Il gruppo è responsabile di una serie di attacchi in Kenya.
La polizia ha cominciato le incursioni nel quartiere somalo di Nairobi Eastleigh da quando tre granate hanno ucciso almeno sei persone lo scorso lunedì.
Le persone arrestate includono donne e bambini e vengono arrestate per fare controlli sul loro status giuridico.
L’UNHCR vuole controllare che i diritti di tutti quelli arrestati siano rispettati e che siano trattati in una maniera umana e non discriminatoria.
Secondo l’ambasciatore somalo a Nairobi, Ali Americo, quasi 2000 somali sono stati arrestati. Ci sono, però, anche Ugandesi, Sudanesi, Etiopi e Eritrei.
Fonte: BBC Africa
Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-26928167
Burkina Faso- Passi in avanti nella protezione dei diritti dei giornalisti
La Media Foundation for West Africa (MFWA) ha celebrato la decisione fondamentale della Corte Africana per i diritti umani che ha riaffermato l’obbligo da parte dei governi di proteggere i diritti dei giornalisti di lavorare liberi da intimidazioni e molestie.
La decisione della Corte di Arusha, il più alto corpo giuridico del continente, di garantire giustizia alla moglie e alla famiglia del giornalista anti-corruzione Norbert Zongo, ucciso nel 1998, è molto importante.
Questa decisione è di fondamentale importanza perché, fino a questo momento, il governo ha fallito nel trovare le persone responsabili dell’uccisione del giornalista. Questo atteggiamento da parte del governo ha un effetto negativo sulla libertà di espressione, viola i diritti umani dei giornalisti e mette in pericolo la verità.
La MFWA per molti anni ha fatto pressione sul governo del Burkina Faso per trovare e punire i killer di Zongo e altri tre giornalisti uccisi nel 1998. Ha anche elogiato gli avvocati che hanno supportato la vedova Zongo e che continuano a promuovere i diritti umani e la libertà di espressione.
Fonte: All Africa
Link: http://allafrica.com/stories/201404081705.html?aa_source=mf-hdlns
9 aprile, Africa- L’Italia preoccupata dai nuovi flussi di migranti
L’Italia ha dichiarato che 4.000 migranti sono arrivati senza interruzione via nave o sono stati salvati negli ultimi due giorni. Alfano ha spinto l’UE a “prendere in mano la situazione”.
Mercoledì l’Italia ha dichiarato che sono migliaia le richieste dei migranti di attraversare il mar Mediterraneo dall’Africa del nord e molti stanno ancora aspettando in Libia.
Il Ministro degli interni Alfano ha detto che mercoledì due navi mercantili hanno salvato due barconi che avevano a bordo rispettivamente 300 e 361 migranti. Almeno un corpo morto è stato trovato sulla nave.
Alfano ha richiesto all’UE di fare di più. Non basta solamente mandare fondi alla sua agenzia di frontiera, Frontex.
Alla fine dell’anno scorso l’Italia ha iniziato un’operazione navale per tenere sotto controllo le navi dei migranti in transito dopo che più di 400 migranti provenienti da Eritrea e Syria sono morti nei pressi di Lampedusa.
Questa tragedia ha spinto a una revisione delle politiche europee di migrazione e asilo, che è culminata nel summit UE-Africa tenutosi a Bruxelles la scorsa settimana, con lo scopo di provare nuovi approcci.
L’UE e l’Unione africana hanno detto che aumenteranno gli sforzi per contrastare l’immigrazione irregolare concentrandosi piuttosto sullo sviluppo e l’educazione in Africa assieme a misure restrittive sui trafficanti di persone.
Alfano ha stimato che in questo anno sono già stati salvati 15.000 migranti.
Fonte: All Africa
Link: http://allafrica.com/stories/201404090979.html
Africa- L’ONU autorizza l’invio di forze di peacekeeping nel CAR
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU è pronto a autorizzare l’invio di forze di peacekeeping nuove e più numerose nella Repubblica centro africana.
Dovrebbero essere mandati 10.000 soldati e 1.800 poliziotti per aiutare a ristabilire l’ordine nei Paesi inquieti.
Le forze dell’ONU dovrebbero diventare operative a partire dal 15 settembre quando prenderanno il posto delle Forze africane esistenti.
Fino ad oggi 6000 truppe africane e 2000 francesi non sono riuscite a contenere la violenza settaria che ha causato la morte di migliaia di persone.
Gli attacchi vengono effettuati per la maggior parte dalle milizie Cristiane, conosciute come anti-balaka, contro le minoranze islamiche che sono state costrette a lasciare le loro case e rifugiarsi nei Paesi vicini.
L’ultimo attacco è avvenuto mercoledì scorso e ha causato la morte di 30 persone.
Le autorità locali hanno detto che i combattenti anti-balaka hanno confuso i civili per i ribelli musulmani Seleka. Le milizie anti-balaka sono nate proprio a seguito di uccisioni di cristiani da parte delle forze Seleka.
Ban Ki-moon, dopo la sua visita a Bangui, capitale del CAR, ha chiesto al consiglio di agire velocemente nell’invio di forze di peacekeeping.
Ha anche chiamato i leader dei CAR invitandoli a fare di più per porre fine al “conflitto etno-religioso”.
Fonte: Voice of America (Africa)
Link: http://www.voanews.com/content/un-to-authorize-new-peacekeeping-force-for-car/1889855.html
Sudan del sud- Medici senza frontiere accusa l’ONU di insensibilità
Medici senza Frontiere ha accusato l’ONU di insensibilità nei confronti delle persone rifugiate in complesso messo a disposizione dalla stessa ONU.
Il gruppo ha chiesto asilo a seguito dello scoppio di contrasti tra il governo e i ribelli, lo scorso dicembre.
Più di un milione di persone hanno lasciato le loro case dall’inizio del conflitto.
L’ONU ha 8.000 peacekeeper nella regione.
Nel luogo dato ai rifugiati, però, si sono cominciate a diffondere diarrea, infezioni respiratorie e malattie della pelle.
Ma l’ONU non ha ancora reagito.
Carolina Lopez, coordinatrice delle emergenze per Medici senza frontiere, ha detto che “l’ONU ha fallito nel migliorare le condizioni vergognose del luogo. Nella prima stagione delle piogge 150 latrine sono crollate e i rifugiati si sono trovati a vivere in canali di drenaggio naturale dal momento in cui non c’è nessun altro spazio disponibile.
Le piogge inoltre sono appena cominciate e diventeranno sempre più forti. Le conseguenze, quindi, se non si fa qualcosa, saranno fatali”.
Fonte: BBC Africa, New York times
Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-26955806
http://www.nytimes.com/2014/04/10/world/africa/medical-charity-sharply-criticizes-un-operation-in-south-sudan.html?ref=africa&_r=0
Repubblica democratica del Congo- L’ONU richiede ulteriori sforzi per porre fine all’impunità diffusa delle violenze sessuali
L’ONU oggi ha richiesto al governo della Repubblica democratica del Congo di incrementare la lotta contro l’impunità per le violenze sessuali e gli stupri che rimangono diffusi e quasi sempre impuniti nonostante alcuni progressi fatti nel considerare gli autori responsabili.
L’alto commissario dell’ONU per i diritti umani, Pillay, ha detto che il governo deve indagare e punire i colpevoli. Secondo uno studio svolto dal UN Joint Human Rights Office le vittime di violenza fra il 2010 e il 2013 sono state più di 3600.
La maggior parte sono donne. La maggior parte degli incidenti avviene nella parte orientale del Paese, spesso a casa o quando le donne sono nei campi a lavorare, quando vanno al mercato o vanno a prendere l’acqua.
Ci sono anche casi sporadici di vittime di sesso maschile.
Secondo la ricerca nella maggior parte dei casi lo stupro viene utilizzato come un’arma per intimidire le comunità locali e per punire i civili per la loro collaborazione, vera o supposta, con i gruppi armati o l’esercito nazionale.
La ricerca mostra anche che i gruppi armati sono responsabili per più della metà degli stupri, molti dei quali fatti durante attacchi finalizzati all’acquisizione del controllo di territori ricchi di risorse naturali.
Pillay riconosce positivamente gli sforzi fatti dalle autorità congolesi negli ultimi anni, soprattutto nel sistema giudiziario militare, che ha portato a un numero più elevato di arresti e di procedimenti giudiziari per i crimini di violenza sessuale.
C’è ancora molto da fare, però, sia perché molte autorità non sono preparate o attrezzate per condurre investigazioni su tutti i casi di violenza, sia perché le stesse vittime spesso non denunciano per paura di ritorsioni, stigmatizzazioni o rifiuto da parte delle loro famiglie e comunità.
Fonte: All Africa
Link: http://allafrica.com/stories/201404091516.html
10 aprile, Zimbabwe- Mugabe definisce gli europei “cattivi”
La decisione da parte dell’Europa di non concedere il visto a Grace Mugabe per partecipare al Summit UE-Unione Africana tenutosi a Bruxelles ha suscitato l’ira del marito.
Il Presidente Robert Mugabe durante una visita a Dubai, dove lo Zimbawe ha deciso di vendere i suoi diamanti, ha dichiarato: “Qui ci sono le persone del Terzo mondo come noi che simpatizzano con noi. Voi non avete il cuore cattivo come gli europei”.
Mugabe in passato è stato accusato di comportamenti anti-presidenziali per aver usato discorsi pieni di odio nei confronti di nemici o avversari.
Fonte: All Africa
Link: http://allafrica.com/stories/201404110438.html
Africa- Tutti i bambini a scuola entro il 2015
Il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon oggi ha partecipato a Washington a una riunione di leader, attivisti e celebrità internazionali per aiutare il lancio di una nuova campagna che ha lo scopo di portare 57 milioni di bambini a scuola.
Il lancio del Emergency Coalition for Global Education Action arriva come risposta alle accuse che la comunità internazionale potrebbe non essere all’altezza dei Millennium Development Goal (MDG) dell’ONU di dare accesso all’educazione a tutti i bambini entro il 2015. Se si continua di questo passo si arriverà agli obiettivi fissati non prima del 2086.
La coalizione, che include la cantante Shakira, gli attori Jude Law e Goldie Hawn e il presentatrice della CNN Isha Sesay, lavorerà con impegno per accelerare i progressi fino alla fine del 2015, in modo da assicurare a tutte le bambine e i bambini di andare a scuola.
Ban ha dichiarato che troppi bambini sono esclusi dalla scuola a causa di trasferimenti, conflitti, lavoro minorile, matrimoni tra minori e violenza sessuale e di genere.
Inoltre, la povertà e la mancanza di sicurezza rendono spesso le scuole e i quartieri luoghi vulnerabili e violenti. Non vengono percepiti come luoghi che creano vitalità e opportunità.
La coalizione richiede quattro zeri: 0 matrimoni tra bambini, 0 lavoro minorile, 0 discriminazione contro le donne e 0 esclusione dall’educazione.
Fonte: All Africa
Link: http://allafrica.com/stories/201404110952.html
11 aprile, Africa- L’Africa ha bisogno di politiche industriali più credibili per trasformare il continente
Secondo un nuovo rapporto dell’ONU e dell’Unione Africana, l’Africa ha registrato una crescita economica impressionante nell’ultimo decennio ma ora sono necessarie politiche industriali e istituzioni più credibili per avanzare una trasformazione strutturale del continente.
Fino ad oggi si è fallito nel trasformare il paesaggio industriale in parte perché i Paesi hanno usato progetti industriali caratterizzati da una mancanza di dinamismo e di una coordinazione di alto livello e anche per consultazioni poco adeguate con gli stakeholder.
Il rapporto cerca di dimostrare che, per avere successo, “la politica industriale deve essere ecologica, deve essere contestualizzata e deve essere specificatamente africana” ha dichiarato il segretario della Commissione economica per l’Africa Carlos Lopes.
L’Africa, inoltre, per “farcela per davvero” in termini di industrializzazione, deve imparare dalle lezioni di altri Paesi emergenti.
Lopes ha notato che il PIL del continente è raddoppiato negli ultimi dieci anni. Allo stesso tempo però non sono stati creati sufficienti lavori moderni.
Fino ad oggi un esame del fallimento dell’Africa per quanto riguarda l’industrializzazione ha ignorato i processi politici e le istituzioni che governano la politica industriale in Africa o l’impatto delle loro debolezze intrinseche sull’industrializzazione, quando invece le strutture istituzionali deboli e le politiche povere sono state alla base dei problemi delle politiche industriali.
Il rapporto consiglia ai governi con poche risorse di creare “sacche di infrastrutture” focalizzate su bisogni settoriali o di gruppo di espansione industriale.
Il rapporto consiglia anche le zone industriali che “forniscono un alto potenziale di crescita e permettono uno sviluppo di collegamenti solidi e di spillover tra aziende, fornitori e provider di servizi.
Fonte: Un news centre
Link: http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=47555&Cr=africa&Cr1=industrial#.U0mh9Yt0HPo
Repubblica centro africana- Gli abitanti del CAR vengono attaccati mentre fuggono in Camerun
L’UNHCR ha dichiarato essere preoccupata per gli attacchi delle milizie anti-Balaka sui civili che cercano di fuggire dalle violenze nel CAR.
Nelle ultime settimane i rifugiati sono arrivati in Camerun con ferite di machete o colpi di pistola, ha detto Melissa Fleming rappresentante del UNHCR.
Ha anche detto che molte persone arrivano in Camerun attraverso le vie di entrata più remote per sfuggire alle milizie anti-Balaka.
Le milizie hanno, infatti, bloccato le strade principali che portano al Camerun costringendo le persone in fuga a passare attraverso i boschi e impiegare due o tre mesi prima di raggiungere il confine. In più le milizie li attaccano anche durante la loro fuga.
La maggior parte dei nuovi rifugiati sono donne, anziani e bambini e sono tutti mussulmani. Hanno detto al UNHCR che gli uomini sono rimasti nel CAR per creare gruppi di difesa per proteggere la loro comunità e il loro bestiame.
L’UNHCR chiede ai gruppi anti-Balaka di fermare gli attacchi e le violenze e di permettere ai civili di lasciare il Paese.
Dall’inizio dell’anno il Camerun ha accolto 69.389 rifugiati dal CAR. Dal 2004 92.000 abitanti della Repubblica centrafricana hanno lasciato le loro case per scappare ai gruppi di ribelli.
Fonte: Un news centre
Link:http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=47554&Cr=central+african+republic&Cr1=