Rassegna settimanale 22-28 Febbraio: Giappone

Rassegna settimanale 22-28 Febbraio: Giappone

22 febbraio, Gli ambiziosi piani commerciali di Obama e la resistenza asiatica

Gli ambiziosi piani commerciali americani stanno incontrando una feroce resistenza in Asia ma i negoziatori dicono che una bozza della Partnership Transpacifica potrebbe essere pronta per quando Obama si recherà in visita in Asia, il prossimo aprile.

La Partnership Transpacifica, coprendo un terzo del commercio globale, potrebbe accelerare la crescita economica mondiale, incrementare le esportazioni americane e livellare il campo di gioco tra le nazioni ricche e quelle emergenti.

La casa bianca sperava di concludere l’accordo, che ha lo scopo di tagliare le tariffe e stabilire standard comuni su altre questioni, l’anno scorso. Questo però non è accaduto e i negoziatori si sono recati a Singapore sabato per tre giorni di discussione finalizzati a raggiungere un accordo tra le 12 nazioni della Partnership.

Ci sono però ancora molte questioni da risolvere, come le frustrazioni americane per quanto concerne la protezione dei prodotti agricoli giapponesi, riso in primis, e le paure dei produttori automobilistici americani per quanto riguarda la competizione giapponese.

Nonostante questi problemi il Giappone sembra deciso a voler concludere l’accordo di Partnership Transpacifica. Il Primo Ministro Abe ha posto l’accordo commerciale come uno dei punti chiave della sua strategia di crescita. Viene chiamato la “Terza freccia” della sua ricetta di crescita “Abenomics”; le altre due sono il monetary easing e la spesa fiscale.

Il Giappone, quindi, nonostante le divergenze che permangono con gli USA è intenzionato a cercare di raggiungere un accordo a Singapore.

Un accordo fra il Giappone e gli USA sarebbe importante per definire i toni per gli altri Paesi coinvolti nella Partnership Transpacifica: Australia, Brunei, Cile, Canada, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam.

Anche per gli USA è importante raggiungere un accordo.
La visita di Obama in aprile viene vista dai negoziatori e da alcuni esperti come un traguardo per una bozza preliminare della Partnership Transpacifica. Questa manderebbe il segnale che Washington vuole aggiungere un contenuto economico alla strategia perno in Asia che se no consisterebbe solo nello spostare alcune forze militari in Asia per controbattere una Cina in crescita.

Per realizzare e concludere definitivamente la Partnership Transpacifica ci vorrà comunque almeno un anno.
Alcuni esperti sono preoccupati che la mancanza di volontà americana di raggiungere un accordo lascerà ampio spazio alla Cina (che non fa parte della Partnership) per riempire il vuoto.
Per alcuni Paesi della Partnership gli USA, infatti, non hanno messo l’impegno necessario per concludere l’accordo.

La Cina, quindi, sta consolidando la sua posizione come maggior partner commerciale di molti Paesi asiatici e i suoi investimenti diretti nella regione si stanno impennando, anche se partono da una base più bassa di quelli di Europa, Giappone e USA.

Fonte: Japan Today
Link: http://www.japantoday.com/category/politics/view/obamas-ambitious-trade-agenda-hits-asian-resistance

22 febbraio, Il Giappone e la sicurezza: la riforma del ruolo delle Forse di autodifesa giapponesi

Il Giappone può difendere i suoi alleati e nazioni amiche sotto attacco ma solo in caso di una loro richiesta, ha affermato un membro del governo venerdì riguardo la sicurezza collettiva in un tentativo apparente di allentare le preoccupazioni che il governo giapponese possa agire su sua iniziativa.

Shinichi Kitaoka, docente all’Università internazionale del Giappone e membro del comitato sulla sicurezza, ha dichiarato che il Giappone può difendere i suoi alleati e le nazioni amiche solo se l’attacco a cui sono sottoposte possa danneggiare severamente gli interessi giapponesi o se queste nazioni richiedano ufficialmente l’aiuto nipponico.

Il governo deve ancora ottenere l’approvazione della Dieta e il permesso da parte delle altre nazioni affinché le Forze di Autodifesa possano attraversare altri territori.

Queste condizioni saranno incluse nel report che sarà sottoposto al Primo ministro Abe.
Inizialmente questo report riportava che il Giappone poteva difendere le nazioni amiche sotto attacco anche senza alcuna richiesta ufficiale di aiuto. Questo elemento riflette la visione del partito alleato, il Nuovo Komeito, sostenuto dal gruppo buddista della Soka Gakkai. Loro sostengono l’intervento senza richiesta e anche la revisione dell’Art 9 della Costituzione.

I media sono preoccupati che il governo invii le forze di auto difesa nella regione del Pacifico per avere un ruolo proattivo nell’ottenimento della pace. Kitaoka ha però rassicurato l’opinione pubblica dicendo che sarebbe difficile per il Giappone legittimare una missione non regionale.

Il report include anche la possibile espansione del ruolo delle forze di autodifesa nei casi in cui il Giappone si trova di fronte a scenari di “intensità bassa” o “zone grigie”, ad esempio se i sottomarini stranieri non si allontanano dal Giappone nonostante avvertimenti ripetuti o se un gruppo armato, non una forza militare definita, prende il controllo di isole giapponesi remote.

Gli sforzi del governo per permettere al Giappone di difendere altre nazioni o aumentare il ruolo delle forze di auto difesa sono percepite, spesso, come uno spostamento verso destra.
Kitaoka, però, nega e dice che: “Questi sono solo i primi passi per il Giappone per diventare un Paese normale e amante della pace. Rappresentano una politica che guarda alla realtà”.

Fonte: The Japan Times
Link: http://www.japantimes.co.jp/news/2014/02/22/national/report-says-allies-under-attack-must-request-japans-assistance/#.UxMXb-3DWuN

23 Febbraio, Partnership Transpacifica: un accordo è possibile?

Sabato a Singapore i Ministri del commercio hanno cominciato una serie di discussioni e dibattiti per la realizzazione dell’immensa area di libero commercio del Pacifico guidata dagli USA, con la speranza di concludere un accordo questo anno. La scadenza precedente era stata fissata per il 2013 e non è stata rispettata.

L’incontro dura quattro giorni e vede coinvolti i Ministri dei 12 Paesi della Partnership transpacifica. Questo incontro segue i cinque giorni di discussioni fra i negoziatori dei vari Paesi, tenutasi sempre a Singapore.

L’ultimo incontro dei Ministri aveva avuto luogo a Dicembre e si era concluso con una serie di questioni irrisolte.

I 12 Paesi, che rappresentano il 40% dell’economia mondiale, si sono trovati divisi su varie questioni, tra cui l’apertura del mercato giapponese delle auto e dei prodotti agricoli e la limitazione del ruolo delle aziende statali nell’economia.

Anche ONG come Medici senza frontiere stanno facendo la loro opposizione a quello che per loro non sono altro che tentativi da parte delle aziende farmaceutiche di restringere l’accesso ai farmaci generici più economici grazie alla disposizione di diritti di proprietà intellettuale inclusa nella Partnership.

I Ministri hanno opinioni diverse sulla data della possibile conclusione dell’accordo: se il Ministro australiano è convinto che l’accordo verrà concluso sicuramente prima della fine dell’anno, quello della Malesia preferisce non pronunciarsi.

Per l’amministrazione di Obama la Partnership è di fondamentale importanza, in quanto legherebbe gli USA più fermamente alla regione dell’Asia pacifico, regione dove la Cina sta aumentando la sua influenza.

Per molti Paesi coinvolti nella Partnership è cruciale che il Congresso garantisca a Obama l’autorità di “corsia preferenziale” per negoziare gli accordi commerciali più importanti che l’assemblea legislativa americana può approvare o rifiutare senza la possibilità di fare emendamenti prima del voto.

La garanzia di questi poteri, comunque, subisce forte opposizione da parte della House Democrats, che li vede come cambiamenti di troppa vasta portata.
Senza questa possibilità però la negoziazioni saranno più difficili.

Fonte: Japan today
Link: http://www.japantoday.com/category/politics/view/trade-ministers-resume-tpp-talks-in-singapore

24 Febbraio, Il Giappone vuole rivedere il divieto di esportazione delle armi

Il Giappone, secondo una fonte informata sulla questione, ha redatto una bozza delle nuove linee guida che dovrebbero portare a un cambiamento radicale per quanto concerne un divieto decennale sulle esportazioni di armi. Questo potrebbe inasprire ancora di più i legami con i Paesi vicini: Cina e Corea del Sud.

La revisione del divieto di esportazione auto-imposto rientra nella nuova strategia sulla sicurezza di Abe, che ha lo scopo di rafforzare l’autonomia militare.

Il primo Ministro Abe ha detto che il Giappone ha bisogno di un esercito più forte per riuscire a affrontare un ambiente di sicurezza che lui definisce sempre più minaccioso, con una Cina militarmente decisa e una Corea del Nord imprevedibile.

Questa revisione potrebbe causare critiche da parte della Cina e della Corea del Sud, dove sono ancora vivi i risentimenti per le aggressioni giapponesi della seconda guerra mondiale e dove ci sono questioni territoriali ancora aperte.

Il Giappone ha redatto i “tre principi” per le esportazioni di armi nel 1967, proibendo la vendita ai Paesi comunisti, a quelli coinvolti in conflitti internazionali e a quelli soggetti a sanzioni delle Nazioni Unite.

Le regole, però, nel tempo sono diventate equivalenti a un divieto assoluto di esportazione, con qualche eccezione, e di sviluppo e produzione di armi con qualsiasi nazione diversa dagli USA.

Con le nuove linee guida le esportazioni di armi saranno approvate dopo un rigido controllo e saranno autorizzate se utilizzate in missioni di pace o se lo sviluppo congiunto di un’arma era stato pensato per aumentare la sicurezza nazionale.

Fonte: News on Japan, Japan today
Link: http://newsonjapan.com/html/newsdesk/article/106657.php
http://www.japantoday.com/category/politics/view/govt-drafts-revision-of-arms-exports-ban

25 febbraio, Partnership Transpacifica: Il Giappone e gli USA non trovano un accordo

I negoziati bilaterali tra il Giappone e gli USA, nel contesto delle trattative per la Partnership Transpacifica, si sono concluse senza un accordo. Il Ministro dell’economia Akira Amari ha detto che le divergenze tra Giappone e USA sono ancora molto profonde, soprattutto quelle relative alle tariffe agricole. Queste divergenze sono gli ostacoli più grossi alla realizzazione della Partnership e il tempo per trovare una via verso un accordo sta terminando.

Nonostante non sia stato ancora trovato un accordo Amari ha detto che “le discussioni si stanno approfondendo” e ha aggiunto che entrambe le parti sono intenzionate a continuare gli sforzi per ridurre le divergenze.

Inoltre ha detto che in alcune aree si sono raggiunti accordi e che molte negoziazioni bilaterali hanno avuto uno sviluppo.

La partnership ha lo scopo di creare standard comuni su varie questioni dalle regolamentazioni alla protezione ambientale.

I funzionari delle 12 nazioni coinvolte nelle discussioni hanno più volte dichiarato che molti degli ostacoli riguardano barriere al commercio come le tariffe sui beni importati e i tetti sulle importazioni di beni sensibili.

Le discussioni di Lunedì erano il secondo blocco di discussioni bilaterali tra il Giappone e gli USA da quando sono iniziati i quattro giorni di incontri a Singapore per la Partnership.

I negoziatori sperano di riuscire a realizzare una bozza del patto per quando Obama si recherà in visita in Asia il prossimo Aprile.

Fonte: Japan Today
Link: http://www.japantoday.com/category/politics/view/japan-u-s-fail-to-make-headway-in-tpp-talks

27 febbraio, USA e Giappone e la questione della zona di difesa aerea cinese all’ONU

Fonti giapponesi hanno dichiarato che gli USA e il Giappone, durante una conferenza dell’ONU sull’aviazione civile a Montreal, faranno lobby contro la zona di difesa aerea creata dalla Cina.

In questo modo vogliono mostrare la loro disapprovazione per l’area cinese.

USA e Giappone sperano che questa mossa blocchi il tentativo cinese di creare questa area di difesa che copre un’ampia area del Mar cinese orientale. La zona includerebbe una parte dello spazio aereo sopra le isole Senkaku controllate dal Giappone, che la Cina rivendica come proprie e chiama Diaoyu.

Tokyo e Washington cercheranno di ottenere il supporto dei membri del consiglio del ICAO (Organizzazione internazionale dell’aviazione civile) ma la questione dell’area di difesa cinese non farà parte dell’agenda ufficiale.

Per evitare le accuse di fomentare il conflitto, non faranno riferimento esplicitamente alla Cina nei loro appelli.

Nelle negoziazioni precedenti alla decisione di affrontare la questione durante la conferenza, Washington e Tokyo hanno deciso di esprimere la loro idea che il piano cinese di creare questa area viola la Convenzione dell’ONU sulla Legge del Mare. Enfatizzeranno, inoltre, l’importanza di proteggere la libertà di navigazione nelle acque e nello spazio aereo internazionali.

USA e Giappone sperano di riuscire a “circondare” la Cina grazie alla cooperazione di Gran Bretagna, Australia e i Paesi membri dell’Associazione delle Nazioni del Sud est asiatico.

Con una pressione maggiore la Cina dovrebbe revocare la zona di difesa.

Il Giappone aveva già sollevato la questione cinese all’incontro del consiglio ICAO di novembre.

Fonte: The Japan Times
Link: http://www.japantimes.co.jp/news/2014/02/27/national/u-s-japan-to-raise-china-adiz-at-u-n-meeting/

28 febbraio, La Cina approva le giornate per commemorare il massacro di Nanchino e la sconfitta giapponese della II Guerra Mondiale 

I legislatori hanno approvato, giovedì, le giornate nazionali della memoria per commemorare il massacro di Nanchino e la sconfitta giapponese della II Guerra Mondiale.

L’agenzia stampa ufficiale Xinhua ha dichiarato che “il 3 Settembre è stato ratificato come il giorno della vittoria e il 13 Dicembre come il giorno nazionale della memoria per le vittime del massacro”.

Non è ancora chiaro quale significato abbiamo questi “giorni nazionali”, ma sicuro non saranno feste nazionali.

Il 3 Settembre era già stato scelto come giorno della vittoria, in quanto giorno dopo l’arresa formale del Giappone agli USA nel 1945.

Il rappresentante del Ministro degli Esteri, Hua Chunying, ha detto che “l’approvazione di questi giorni ha un significato storico rilevante e è una necessità date le circostanze attuali”.
Cina e Giappone sono coinvolte in una serie di discussioni, inclusa una questione territoriale di lunga durata su alcune isole del Mar Cinese Orientale.
La situazione nell’ultimo periodo è diventata più tesa da quando il Primo Ministro Abe si è recato in visita al tempio Yasukuni.

I funzionari cinesi hanno spesso richiesto al Giappone di “riflettere” sul suo passato, mentre Tokyo sostiene che i suoi vicini usano la storia come un “bastone” diplomatico per punirlo ogni volta che possono.

Fonte: Japan Today, News on Japan
Link: http://www.japantoday.com/category/politics/view/china-declares-national-days-for-nanjing-massacre-japan-defeat
http://newsonjapan.com/html/newsdesk/article/106713.php

(Featured image source: Wikimedia)