Rassegna settimanale 15-21 febbraio: Africa Subsahariana

Rassegna settimanale 15-21 febbraio: Africa Subsahariana

15 febbraio, Repubblica centrafricana – Francia e UE a sostegno del Centrafrica

Francia e UE hanno annunciato la loro intenzione di inviare rinforzi ai peacekeepers già attivi in Repubblica centrafricana.

Il Segretario generale ONU Ban Ki-moon aveva ammonito la comunità internazionale dell’imminente rischio che l’aumento della violenza in Centrafrica degenerasse in pulizia etnica.

In seguito a tale avvertimento, la Francia ha dichiarato che invierà 400 ulteriori truppe, per arrivare ad un totale di 2000 truppe francesi presenti sul territorio. Parigi, inoltre, supporta le forze dell’Unione Africana con 6000 peacekeepers.

Intanto, anche l’Unione Europea sta cercando di rafforzare la propria forza di pace da inviare in Repubblica Centrafricana. Il capo della diplomazia europea Catherine Asshton sotiene che l’UE abbia per il momento radunato più di 500 truppe. Un numero che dovrebbe raddoppiare, secondo il piano.

Tuttavia, la maggiorparte dei Paesi europei (Gran Bretagna e Germania in primis) rifiutano di contribuire alla missione inviando forze di terra.

Fonte: Deutsche Welle

Link: http://allafrica.com/stories/201402150009.html

Sudan – Il Consiglio di Sicurezza ONU esorta Sud Kordofan e Nilo Azzurro a deporre le armi

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha calorosamente accolto la ripresa dei negoziati ad Addis Abeba. Inoltre, ha esortato il governo sudanese e i ribelli in Nilo Azzurro e in Sud Kordofan a fermare le ostilità e a raggiungere un accordo di pace che ponga fine al conflitto.

La preoccupazione maggiore permane la crisi umanitaria in queste zone di conflitto e l’ONU richiama i ribelli a fermare le violenze contro i civili.

L’SPLM-N vorrebbe poter discutere dei conflitti armati e delle questioni costituzionali in un processo comprensivo a cui possano partecipare tutte le forze ribelli e di opposizione, ma il governo sostiene che la partecipazione ai negoziati debba essere limitata solo ai rappresentanti del Sud Kordofan e del Nilo Azzurro.

Secondo Minni Minnawe, leader di una fazione del Movimento di Liberazione del Sudan (SLM-MM, Sudan Liberation Movement) non si potrà mai ottenere una pace permanente in assenza di alcuni dei gruppi coinvolti nei conflitti.

 Fonte: Sudan Tribune

Link: http://allafrica.com/stories/201402160074.html 

16 febbraio, Nigeria – Boko Haram nuovamente all’attacco

Il nord-est deIla Nigeria, sempre più incontrollabile, è stato insanguinato da una nuova strage di cristiani e musulmani moderati. Vittime, questa volta, sono stati gli abitanti del villaggio nigeriano di Izghe, nello stato di Borno.

Sembra che dietro a questo attentato ci siano gli islamisti di Boko Haram, un gruppo terrorista che sostiene di combattere in nome della creazione di una stato islamico nel nord della Nigeria.

Secondo una prima ricostruzione, almeno una sessantina di persone sono state uccise. Gli scampati raccontano che il gruppo, arrivato a bordo di camion e moto, ha costretto gli uomini a radunarsi in piazza. Dopo averli massacrati, ha setacciato il villaggio passando di porta in porta e uccidendo chiunque trovasse.

Negli ultimi mesi, il numero degli attentati commessi dagli islamisti di Boko Haram, noti per la loro estrema violenza e per i loro attacchi indiscriminati, è pericolasamente aumentato. Solo settimana scorsa avevano attaccato Konduga e ucciso altre 30 persone.

Fonte: BBC

Link: http://www.bbc.co.uk/news/world-africa-26220300

 

Repubblica centrafricana – Tensioni nella capitale dopo il disarmo degli anti-Balaka

Dopo l’operazione di disarmo delle milizie anti-Balaka, il clima rimane teso nella capitale centrafricana Bangui.

Il quartiere di Boye Rabe è la base del gruppo ed è qui che le truppe francesi e africane si sono recate per confiscare armi e munizioni agli anti-Balaka e per arrestare i loro leader, nella speranza di fermare l’esodo di musulmani dalla capitale.

Il governo provvisorio centrafricano ha riconosciuto negli anti-Balaka il nemico numero uno da combattere. Gli anti-Balaka però, sostengono che il governo dovrebbe prima preoccuparsi di disarmare i Seleka. La stessa opinione è condivisa dagli abitanti di Boyo Rabe: a loro dire gli anti-Balaka proteggevano la gente dagli attacchi dei Seleka. Il disarmo del gruppo andrebbe solo a discapito dei civili.

Uganda – Museveni a favore della legge anti-gay

In un drammatico cambio di rotta, il Presidente dell’Uganda Museveni sostiene di essere pronto a firmare la legge anti-gay approvata dal Parlamento lo scorso dicembre. La sua giustificazione risiede nel fatto che non esista un’evidenza scientifica che l’omossessualità sia naturale o genetica.

Il disegno di legge, che prevede fino all’ergastolo per gli omosessuali, ha ricevuto pesanti critiche da tutto il mondo.

La nuova posizione del Presidente ha colto tutti di sorpresa. Questo soprattutto perché Museveni si era precedentemente dichiarato contro tale legge e si era lamentato amaramente con il Parlamento per averla fatta passare.

Pare che il repentino cambio di opinione del Presidente sia il risultato di un preciso calcolo politico: egli avrebbe firmato la legge per vincere il favore del popolo. Secondo Museveni, infatti, gli ugandesi preferirebbero morire poveri piuttosto che vivere in un Paese immorale.

Fonte: The Observer

Link: http://allafrica.com/stories/201402160058.html

 

17 febbraio, Etiopia – Aereo etiope dirottato su Ginevra: co-pilota in cerca di asilo

Il co-pilota di un aereo della Ethiopian Airlines da Addis Abeba a Roma è stato dirottato sullo scalo di Ginevra.

Il dirottatore, un uomo etiope, ha aspettato che il pilota andasse in bagno per chiudersi nella cabina di pilotaggio. Dopo aver chiesto alla torre di controllo dell’aereoporto di poter atterrare per fare il pieno di carburante, si è consegnato alla polizia.

Il suo scopo era cercare asilo politico in Svizzera per il timore delle persecuzioni in Etiopia.

L’uomo non era armato, l’unica sua arma è stata la minaccia di far precipitare l’aereo. I 202 passeggeri e l’equipaggio sono sani e salvi.

Fonte: BBC

Link: http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-26222674

 

Mali – La pace non regna ancora nella regione di Kidal

Nonostante gli sforzi internazionali di riportare la pace a Mali, la regione di Kidal, a nord del Paese, rimane tutt’ora baluardo del MNLA (Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azauad), il movimento separatista di etnia Tuareg alleato con le forze fondamentaliste.

Difatti, mentre il resto del Paese si sta lentamente riprendendo dall’occupazione dei ribelli islamici, la situazione critica che continua a persistere nella regione di Kidal minaccia di destabilizzare tutta Mali.

Questa settimana, il Movimento per l’Unicità e la Jihad in Africa Occidentale (MUJAO) ha annunciato di aver catturato quattro membri del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Inoltre, nonostante il ritorno del governatore nella regione, i membri dell’MNLA hanno piantato la bandiera di Mali a Kidal, in segno di guerra.

Le truppe di Mali sono presenti sul territorio insieme alle milizie francesi e a quelle della missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite (MINUSMA). Tuttavia, sono troppo poche per proteggere la vasta area.

Secondo l’opinione dei politici della capitale Bamako, le truppe francesi e quelle dell’ONU dovrebbero farsi da parte e lasciare che siano le rafforzate milizie di Mali ad occuparsi della sicurezza della regione.

Fonte: IRIN

Link: http://www.irinnews.org/report/99649/mali-s-kidal-still-waits-for-resolution

Burundi – L’arduo cammino verso restituzione e riconciliazione

Dal termine della decennale guerra civile che ha dilaniato il Burundi fino a pochi anni fa, il Paese si è trovato ad affrontare problematiche legate alla redistribuzione delle terre e alla risistemazione delle centinaia di migliaia di rifugiati che ora rientrano in patria, impropriamente deprivati di tutti i propri averi.

La politica attualmente in corso sta indebolendo gli sforzi di peace buildig e rivitalizzando i risentimenti etnici. Questo perchèéavvantaggia i cittadini rimpatriati a discapito dei proprietari attuali, anche coloro i quali non erano stati complici nel furto di terre durante la guerra civile.

Il difficile compito del governo burundiano è quello di studiare una nuova politica di redistribuzione delle terre, che prevenga la rinascita degli scontri etnici a fatica domati.

La questione territoriale sarà sicuramente centrale durante la campagna elettorale del 2015: entro quella data il governo, sostenuto dai partner internazionali dovrà implementare una nuova politica maggiormente in linea con lo spirito del trattato di pace di Arusha del 2000.

Fonte: International Crisis Group

Link:http://www.crisisgroup.org/en/regions/africa/central-africa/burundi/214-fields-of-bitterness-ii-restitution-and-reconciliation-in-burundi.aspx

18 febbraio, Ruanda – La Corte tedesca condanna Rwabukombe

Dopo un processo durato tre anni, la Corte d’Appello di Francoforte ha condannato Onesphore Rwabukombe a 14 anni di carcere con l’accusa di complicità nel genocidio in Ruanda del 1994.

Rwabukombe è l’ex sindaco di Muvumba nel Ruanda nord-orientale, un membro dei ribelli di etnia hutu, rifugiato in Germania dal 2002. Egli è stato accusato di aver ordinato il massacro di centinaia di Tutsi che si erano rifugiati in una chiesa a Kiziguro.

La Corte ha ascoltato più di cento testimoni che hanno raccontato come l’11 aprile 1994 quasi un migliaio di persone venne ucciso in quella chiesa.

Il genocidio in Ruanda era stato scatenato dall’uccisione dell’ex presidente Juvenal Habyarimana il 6 aprile 1994. Poche ore dopo l’attacco, le milizie Hutu, organizzate da alcuni membri del governo, iniziarono ad uccidere sistematicamente Tutsi e Hutu moderati in tutto il Paese. Nei tre mesi seguenti circa 800,000 persone persero la vita.

Rwabukombe, che sarebbe responsabile della morte di 3,700 persone, ha dichiarato che farà appello in Cassazione.

Fonti: die Taz, BBC

Link:http://www.taz.de/Urteil-im-Ruanda-Voelkermordprozess/!133312/

http://www.bbc.co.uk/news/world-africa-26242630

 

Sud sudan – Scontri a Malakal: e il cessate il fuoco è rotto

Gli scontri scoppiati a Malakal, capitale dello stato dell’Alto Nilo in Sud Sudan, hanno rotto il fragile accordo di cessate il fuoco firmato a gennaio tra governo e ribelli.

Entrambe le parti si accusano a vicenda di aver iniziato le violenze a Malakal: secondo il portavoce del governo sono stati i ribelli ad attaccare la città. I ribelli accusano invece le forze governative di aver assalito le loro posizioni grazie al supporto delle truppe ugandesi. Queste ultime avrebbero bombardato i ribelli, i quali non avrebbero fatto altro che respingere l’attacco.

L’Uganda nega il proprio coinvolgimento negli scontri e dichiara di aver iniziato a ritiratre le proprie truppe.

Malakal, capitale dell’Alto Nilo, stato sud sudanese ricco di petrolio, è una delle tre capitali regionali che erano state riconquistate dall’esercito governativo di Kiir, appoggiato dalle truppe ugandesi.

Fonte: BBC

Link:http://www.bbc.co.uk/news/world-africa-26238849

Liberia – Estradizioni forzate di rifugiati ivoriani: l’ONU protesta

L’Alto commisariato ONU per i rifugiati ha espresso grave preoccupazione per le presunte estradizioni forzate di 14 rifugiati ivoriani.

Gli uomini si trovavano in un gruppo di 23 persone accusate dalla Costa d’Avorio di essere mercenari.

Essi, accusati di essere stati coinvolti in attacchi transfrontalieri e di aver arruolato delle persone da inviare a combattere contro il governo del Presidente ivoriano Alassane Ouattara, sono stati consegnati alle guardie di frontiera ivoriane senza alcun processo.

Si tratta di “estradizione forzata”, condannabile secondo la Convenzione sullo status dei rifugiati, dichiara l’UNHCR.

Il governo liberiano ha dichiarato di non essere stato informato di tali estradizioni e che indagherà sul caso.

Più di 52,000 rifugiati ivoriani sono fuggiti in Liberia dopo il violento scontro elettorale del 2011, conclusosi con l’arresto dell’ex presidente Laurent Gbagbo.

Fonte: BBC

Link: http://www.bbc.co.uk/news/world-africa-26248723

Uganda – L’UNAIDS condanna la legge anti-gay ugandese

Il Programma delle Nazione Unite per l’AIDS/HIV ha condannato la legge anti-gay passata a dicembre dal Parlamento ugandese e firmata il 16 febbraio dal presidente Musaveni. Tale legge causerebbe seri risvolti per i diritti umani.

Il direttore dell’UNAIDS Michel Sidibé ha messo in guardia sulle conseguenze che tale legge porterebbe nel Paese: la popolazione omossessuale, più soggetta alle infezioni HIV, se vittima di discriminazione, o ancora peggio di persecuzione e incarcerazione, probabilmente non si sottoporrebbe ai test HIV provocando un’ulteriore diffusione del virus.

Sidibé ha esortato le autorità ugandesi a respingere tale legge. L’Uganda è stata il primo Paese africano a rompere il silenzio che aleggiava intorno al problema dell’AIDS: con la legge anti-gay farebbe però un enorme passo indietro, perdendo il suo ruolo guida nella lotta contro la diffusione del virus HIV.

Fonte: UN news

Link: http://www.un.org/apps/news/story.asp NewsID=47169&Cr=uganda&Cr1=#.Uwd5U_l5OCo

 

19 febbraio, Nigeria – Crisi nel nord-est del Paese: continuano gli attacchi dei fondamentalisti di Boko Haram

Solo ieri un portavoce del governo annunciava l’imminente vittoria della guerra contro i militanti islamici del gruppo terrorista di Boko Haram. La risposta a tale provocazione arriva oggi con un nuovo attacco da parte del gruppo.

Vittima è stata questa volta la città di Bama, nel nord-est della Nigeria. Il gruppo ha ucciso almeno 60 civili. Il portavoce della difesa ha dichiarato che molti ribelli sono stati uccisi durante il bombardamento militare lanciato in risposta all’attacco.

Fonte: BBC

Link: http://www.bbc.co.uk/news/world-africa-26254480

Africa – Stop alle vendite di armi europee all’Africa

L’Europa dichiara a gran voce il proprio sostegno dei diritti umani e della democrazia in Africa. Nonostante ciò, ogni anno vende armi ai regimi autoritari del continente per il valore di millioni di euro.

Ad aprile è previsto il quarto summit Unione Europea-Unione Africana, il cui scopo è rafforzare i rapporti tra Africa e Europa, basandosi sui principi di cooperazione a lungo termine, di solidarietà, di ownership e di partnership. Principi, questi, che stridono con le effettive politiche portate avanti da molti membri UE.

Solo per citare alcuni esempi: l’Algeria (uno stato repressivo dove la libertà di parola e di libera associazione sono fortemente limitate) ha ricevuto nel 2012 armi per un valore di quasi 750 millioni di euro; il Chad (uno dei Paesi più corrotti al mondo e politicamente meno libero) di millioni di euro ne ha ricevuti 95; e il Madagascar (che solo tre anni fa ha subito un golpe militare) ha potuto godere della sua parte di armi per un valore di ben 25 millioni di euro.

La vendita di armi ai Paesi africani è assolutamente in contrasto con l’impegno assunto dall’Europa di essere promotore di democrazia e diritti umani nel continente africano.

Recentemente sono stati fatti alcuni passi avanti nella giusta direzione: l’UE ha infatti vietato la vendita di armi alla Repubblica centrafricana. Ma per rispettare veramente i valori di cui si atteggia a portavoce, l’Europa dovrebbe vietare completamente l’esportazione di armi a tutti i Paesi guidati da governi autoritari o instabili.

Fonte: Think Africa Press

Link: http://thinkafricapress.com/politics/arms-autocrats-its-time-eu-bite-bullet

 

Uganda – Graduale ritiro delle UPDF dal Sud Sudan

L’Uganda ha dichiarato che ritirerà le proprie truppe dal Sud Sudan non appena le forze di emergenza africane saranno pronte ad entrare in azione.

Il Ministro degli affari esteri Sam Kuteesa ha spiegato che le milizie ugandesi (UPDF) verranno ritirate gradualmente, man mano che le forze ACIRC (acronimo per African Capacity for Immediate Response to Crises) verranno spiegate sul territorio. In questo modo si eviterebbe di lasciare un vuoto di sicurezza di cui i ribelli potrebbero approfittare.

Se il Consiglio di Sicurezza dell’Uniona Africana darà la sua approvazione, queste forze di emergenza africane assumerebbero il compito di proteggere le istituzioni governative in Sud Sudan. Compito, questo, a cui avevano fino ad ora adempito le UPDF.

Fonte: Radio France Internationale

Link: http://allafrica.com/stories/201402190996.html

Kenya – Ostilità nei confronti dei rifugiati somali

Amnesty International ha accusato il governo kenyano di diffuse intimidazioni, mancato rispetto dei diritti umani e mancata concessione di servizi ai rifugiati somali.

Il Kenya sarebbe un territorio talmente ostile nei confronti dei rifugiati che alcuni di essi non vedrebbero altra possibilità se non quella di rientrare in patria in mezzo ai conflitti ancora in atto.

I rifugiati somali non possono registrarsi e sono vittime di arresti indiscriminati da parte della polizia. Tutto ciò equivale ad un rimpatrio forzato, proibito dalla legge internazionale.

Fonte: The Star

Link: http://www.the-star.co.ke/news/article-155815/kenya-hostile-refugeesclaims-amnesty

20 febbraio, Nigeria – Sospeso il governatore della banca centrale

Mentre nella Nigeria nord-orientale si contano i morti degli attacchi dei fondamentalisti di Boko Haram, il Presidente nigeriano Goodluck Jonathan ha sospeso dal suo incarico il governatore della banca centrale nigeriana Lamido Sanusi.

Sanusi non è stato in grado di riferire davanti ad una commissione senatoriale della sparizione di 20 miliardi di dollari dalle casse dello stato. Ildenaro in questione derivava dai proventi della produzione petrolifera della Nigeria National Petroleum Corporation (NNPC).

Per rimuovere completamente Sanusi dal suo incarico, Johnatan necessita il consenso della maggioranza semplice in senato. Quest’ultimo potrebbe anche votare per annullare la sospensione. Tuttavia ciò appare improbabile dato che il partito al governo dispone di una comoda maggioranza in senato.

Fonte: SABC

Link: http://www.sabc.co.za/news/a/18d6148042ffe30eba3abf895990ad13/Nigeria-suspends-bank-governor

 

21 febbraio, Camerun – La minaccia del contrabbando d’armi

Recenti arresti di trafficanti illegali di armi hanno puntato i riflettori sull’aumento dell’insicurezza nel nord del Camurun, causato dagli attacchi di Boko Haram nella vicina Nigeria e dai conflitti in Repubblica centrafricana e in Sudan.

In seguito agli attentati del gruppo fondamentalista nigeriano, migliaia di civili sono stati costretti a fuggire in Camerun, nella regione dell’Estremo Nord. In quest’ultima le minacce alla sicurezza sono molte: rapimenti, movimenti di stranieri non documentati e flussi di rifugiati dalla Repubblica centrafricana, dal Chad, dalla Nigeria e dal Sudan.

Al momento il Camerun ospita circa 100,000 rifugiati, provenienti principalmente dal Centrafrica. In seguito agli attentati di Boko Haram anche i nigeriani hanno cercato rifugio in Camerun, facendo salire il numero di rifugiati nigeriani a 12,000, 2,185 dei quali è stato sistemato nel campo UNHCR nella regione dell’Estremo Nord.

Questa regione rimane una zona di contrabbando perché è la più vicina alla Nigeria, laddove gli attacchi di Boko Haram non fanno altro che incentivare il traffico illegale di armi.

Fonte: IRIN

Link: http://www.irinnews.org/report/99682/arms-smuggling-to-boko-haram-threatens-cameroon

Repubblica centrafricana – Nazioni Unite: servono rinforzi in Centrafrica

Il Segretario generale ONU ha richiesto altri 3,000 Caschi blu da inviare in Repubblica centrafricana. Le forze attualmente presenti sul territorio non sono sufficienti a mantenere la stabilità nel Paese.

Parlando di fronte al Consiglio di Sicurezza, Ban Ki-Moon ha esortato la comunità internazionale ad agire con decisione per prevenire che la situazione in Centrafrica precipiti ulteriormente nel caos.

La Francia ha già promesso di rafforzare il proprio contingente con 2,000 ulteriori unità di personale militare, mentre l’UE ha acconsentito a schierare 1,000 truppe. Inoltre circa 6,000 peacekeepers dell’Unione Africana sono già attivi nel Paese.

Secondo Valeria Amos, responsabile ONU per gli affari umanitari, le forze francesi e africane stanno facendo un buon lavoro, ma necessitano rinforzi.

Fonte: Deutsche Welle

Link: http://allafrica.com/stories/201402210564.html

Nigeria – Minaccia di morte a tutti i maggiori leader democratici

Il leader della setta estremista Boko Haram Abubakar Shekau ha rilasciato un video ai giornalisti in cui minaccia che il suo gruppo colpirà nuovamente la Nigeria, le sue fonti di reddito e le sue raffinerie.

Shekau, ricercato per terrorismo sia dalla Nigeria che dagli USA, ha anche giurato di voler uccidere tutti coloro che supportano la democrazia, l’educazione occidentale e la cristianità.

Ha sostenuto che lo stato di emergenza in atto negli stati di Adamawa, Borno e Yobe non fermaranno il suo gruppo.

Nel suo video incita i suoi seguaci a non abbandonare le armi e, in nome di Allah, di combattere i cristiani e tutti coloro che credono nella democrazia, ovunque essi si trovino. Tutti i leader democratici si trovano nei guai, avverte.

Fonte: Vanguard

Link: http://allafrica.com/stories/201402210294.html

Tanzania – Impegno per la pace in Sud Sudan 

La Tanzania ha dichiarato il suo impegno a mandare truppe in Sud Sudan per sostenere il recupero della pace nella giovane nazione.

Inoltre, si è appellata ad entrambe le parti del conflitto, chiedendo loro di deporre le armi e di accordarsi per una soluzione pacifica permanente.

La risposta della Tanzania alla crisi in Sud Sudan, arriva in seguito alla recente richiesta proveniente delle Nazioni Unite che esortava il Paese a partecipare allo sforzo di pace inviando le proprie truppe volontarie.

Il Paese è stato attivo anche in passato nel sostenere la pace in Africa. Difatti, si è impegnato in Congo, in Libano e in Darfur.

La prontezza della Tanzania a contribuire alla sicurezza delle zone conflittuali mediante l’invio delle proprie truppe e il suo impegno a svolgere ruoli di arbitrato nei conflitti regionali, sono alcuni dei fattori che hanno permesso al Paese di venire rieletto membro del Consiglio di Pace e di Sicurezza dell’Unione Africana.

Fonte: Daily News

Link: http://www.dailynews.co.tz/index.php/local-news/28377-tanzania-keen-on-south-sudan-peace

 (Feature Image Source: http://www.flickr.com/photos/akrockefeller/7219441626/sizes/m/in/photolist-bZXwtu-aFUXuT-cVsK7Q-cm7nsJ-agySyy-agzCgL/)