Rassegna Settimanale 8-14 Febbraio: Africa Subsahariana
8 febbraio, Sud Sudan – Il dialogo riprende
Ibrahim Gandour, negoziatore capo del governo sudanese, conferma la sua volontà di riprendere i colloqui con il SPLM-N (Sudan People’s Liberation Movement- North) per risolvere i conflitti nella regione.
Gandour sostiene la sua disponibilità a negoziare con chiunque sia pronto ad impegnarsi per trovare una soluzione, in accordo con la risoluzione ONU 2046 e con le decisioni del Consiglio di pace e di sicurezza dell’UA.
Il team di negoziazione ribelle, guidato dal Segretario generale del SPLM-N Yasir Arman, comprenderà anche esperti nazionali provenienti dai gruppi ribelli del Darfur, membri dei partiti di opposizione e attivisti della società civile.
Arman sostiene la necessità di discutere, nell’ambito dei negoziati, anche della crisi umanitaria in corso nelle aree del Nilo Azzurro, del Darfur e del Kordofan meridionale. Secondo Arman, solo un discorso politico comprensivo potrà portare alla pacificazione del Paese e alla stesura di una nuova costituzione.
I negoziati riprenderanno il 13 febbraio ad Addis Abeba.
Fonte: Sudan Tribune
Link: http://www.sudantribune.com/spip.php?article49874
http://allafrica.com/stories/201402101203.html
9 febbraio, Repubblica Centrafricana – HRW ammonisce: se continuano le violenze tutta la popolazione musulmana abbandonerà il Paese
Gli scontri religiosi in corso in Repubblica centrafricana potrebbero portare alla fuga dell’intera popolazione musulmana.
Secondo Peter Bouckaert, direttore per le emergenze di Human Right Watch, già diecimila musulmani hanno abbandonato la Repubblica centrafricana rifugiandosi in Camerun o in Ciad.
Le violenze tra la maggioranza cristiana e la minoranza musulmana continuano imperterrite a mietere vittime: questo weekend sono state uccise almeno dieci persone nella capitale Bangui, sostiene Bouckaert.
Gli scontri iniziarono più di un anno fa, quando i ribelli di Seleka presero il potere. Il mese scorso il loro leader Michel Djotodia si è dimesso, permettendo l’elezione di Catherine Samba-Panza come Presidente del nuovo governo transitorio.
Questo non ha tuttavia portato alla pacificazione del Paese, ancora colpito dagli scontri etnici e religiosi. Al momento le violenze sono prevalentemente provocate dalle milizie cristiane anti-Balaka che attaccano i quartieri musulmani, ma anche i combattenti Seleka sono ancora attivi.
Secondo Bouckeart è solo una questione di settimane prima che anche gli ultimi musulmani rimasti in patria non siano costretti a fuggire in Ciad.
Fonte: BBC
Link: http://www.bbc.co.uk/news/world-africa-26109987
Kenya – Caso Kenyatta: Duale richiede la testimonianza di Ocampo
L’ex procuratode della Corte Penale Internazionale, Louis Moreno Ocampo, ha recentemente dichiarato che il caso Kenyatta fu infiltrato dalla politica internazionale. Egli ha ammesso che alcuni diplomatici gli fecero pressione affinché impedisse a Kenyatta e a Ruto di venire eletti.
Ocampo ha sostenuto che il caso fu fortemente influenzato dalle potenze Occidentali, spinte dai propri interessi politici nel Paese.
Questa dichiarazione potrebbe costituire la prova che il caso Kenyatta sia politico e non legale. Per questo motivo Adan Duale, leader della coalizione di maggioranza dell’Assemblea Nazionale del Kenya, chiede che Ocampo si presenti di fronte alla Corte per testimoniare.
Fonti: Capital FM, Standart digital
Link: http://allafrica.com/stories/201402100273.html
10 febbraio, Congo – Bosco Ntaganda all’Aia
L’ex capo ribelle Bosco Ntaganda è stato chiamato di fronte ai giudici della Corte Penale Internazionale a rispondere dei crimini da lui commessi in Congo.
Ntaganda è accusato di crimini di guerra e contro l’umanità. Crimini, questi, che egli avrebbe commesso negli anni 2002 e 2003, quando faceva parte del gruppo ribelle Unione dei Patrioti congolesi, guidato da Thomas Lubanga.
Ntaganda, noto anche come “Terminator”, è stato per anni ricercato dalla giustizia internazionale, accusato di aver avuto un ruolo fondamentale nello sterminio della popolazione civile in Congo, nel reclutamento di bambini-soldato e nello sfruttamento di donne come schiave sessuali.
Ntaganda, che smentisce i capi di imputazione a lui attribuiti, si era consegnato all’ambasciata americana in Rwanda lo scorso marzo, in seguito ad una frattura interna al movimento ribelle di cui allora era a capo: il M23 (Mouvement du 23-Mars, ovvero Movimento 23 marzo).
La resa di Ntaganda è stata salutata dal gruppo Human Rights come una vittoria della giustizia internazionale. Molti analisti sostengono tuttavia che Ntaganda si sia consegnato solo perché si trattava della sua unica possibilità di rimanere in vita, dopo la frattura interna al suo movimento ribelle.
Fonte: BBC
Link: http://www.bbc.co.uk/news/world-africa-26114895
Somalia – Gli aiuti di Germania e Giappone
I due civilian powers accorrono in aiuto della Somalia e delle organizzazioni internazionali che ivi operano.
La Bundeswehr tedesca parteciperà alla EUTM Somalia, la missione militare sotto l’egida dell’Unione Europea, con quartier
generale in Uganda, che ha il compito di addestrare le forze militari e di sicurezza somale.
Il Ministro della Difesa tedesco Ursula von der Leyen ha dichiarato che le forze armate tedesche saranno coinvolte sempre più attivamente in Africa. Il numero di truppe che verrà inviato in Somalia non è stato tuttavia ancora definito.
Il Giappone, dal canto suo, ha donato equipaggiamenti alla polizia somala oltre ad aver partecipato alla ricostruzione di diverse stazioni di polizia nella capitale Mogadiscio.
L’ambasciatore giapponese in Somalia ha dichiarato che il Giappone è intenzionato a continuare nel suo impegno di sostenere e aiutare il governo somalo.
Fonti: Deutsche Welle, Dalsan Radio
Link: http://allafrica.com/stories/201402100583.html
http://allafrica.com/stories/201402101234.html
11 febbraio, Repubblica Centrafricana – L’esodo dalla Repubblica centrafricana causa un catastrofico crollo del mercato
Le organizzazioni umanitarie temono che la fuga di mercanti e pastori dal Paese possa portare ad un ulteriore peggioramento della crisi alimentare in Republica Centrafricana.
Il punto più problematico è l’esodo della popolazione musulmana, che potrebbe condurre ad un catastrofico crollo del mercato. Difatti, molti dei musulmani costretti a fuggire dalle milizie cristiane, rappresentavano la colonna portante della debole economia centrafricana.
Secondo le organizzazioni Oxfam e Action Agaist Hunger, solo una decina di grossisti vive ancora nella capitale Bangui. Molti di essi hanno comunque intenzione di seguire l’esempio dei propri connazionali e abbandonare il Paese. Questo porterà al rapido prosciugamento delle riserve di materie e a un evitabile aumento dei prezzi.
A detta dell’ONU, già ora il 90% della popolazione centrafricana vive con un unico pasto al giorno. Si teme però che la situazione si possa aggravare ulteriormente.
Fonte: BBC
Link: http://www.bbc.co.uk/news/world-africa-26130746
12 febbraio, Sud Sudan – Riprendono i negoziati di pace: Speranze e timori di Sudan, USA e ONU
Come stabilito, ieri governo e opposizione hanno ricominciati il loro dialogo ad Addis Abeba, sotto la supervisione dell’IGAD.
Il Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki-moon ha salutato con gioia la ripresa dei negoziati. Ban Ki-moon, ha ribadito la necessità che entrambe le parti rimangano fedeli al cessate il fuoco firmato un mese fa. Egli ha anche richiamato tutte le parti ad assicurare completa libertà di movimento alla missione ONU in Sud Sudan (UNMISS) e a tutti gli operatori umanitari. Infine ha condannato l’uso di bombe a grappolo durante il conflitto sud sudanese, i cui resti sono stati rinvenuti nello stato di Jonglei dagli esperti della UN Mine Action Service.
Sudan e USA si dichiarano pronti a sostenere il Sud Sudan in questa delicata fase di dialogo.
Nonostante gli scontri in atto in Sud Sudan, gli sforzi indirizzati a risolvere le controversie irrisolte tra la giovanissima nazione e il Sudan continuano. Questo è ciò che riporta Thabo Mbeki, ex presidente del Sud Africa che ha guidato il processo di mediazione tra i due Paesi sotto l’egida dell’Unione Africana.
Mbeki sostiene che il conflitto sud sudanese non abbia fermato l’implementazione degli accordi firmati dai due Paesi. I due governi sono comunque decisi a rimanere concentrati su questo scopo, per fare in modo che i labili accordi si consolidino.
Gli Stati Uniti, dal canto loro si sentono responsabili di aiutare il Sud Sudan a non ricadere nella guerra.
Con le parole del Segratario di stato John Kerry, gli USA hanno partecipato alla nascita della nuova nazione e ora intendono stare al suo fianco in questa delicata situazione per prevenire un ritorno alla guerra.
Fonti: allAfrica, UN news
Link: http://allafrica.com/stories/201402120049.html
http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=47126#.UwDI-vl5OCo
Repubblica centrafricana – La denuncia di Amnesty International
Amnesty International denuncia il fallimento dei peacekeeper in Republica centrafricana: non si sono spostati abbastanza rapidamente nelle zone occidentali dal Paese per proteggere i civili musulmani dalla “pulizia etnica” delle milizie cristiane anti-Balaka.
Secondo il rapporto dell’organizzazione, alcune delle violenze avvengono anche per mano dei musulmani Seleka che non hanno mai interrotto i loro attacchi contro i cristiani.
Probabilmente i peacekeepers francesi e africani hanno evitato che avvenissero uccisioni su larga scala, ma essi hanno fallito nel disarmare le forze Seleka e anti-Balaka lasciando così i civili musulmani vulnerabili ad ogni attacco.
Il gruppo Amnesty International vorrebbe vedere in loco un numero maggiore di truppe, sparse in tutte le aree in cui è necessaria protezione.
L’Assistente del Segretario Generale Ambasciatore Edmund Mullet, si recherà in settimana in Repubblica centrafricana per discutere con i rappresentanti dell’UA la possibilità di convertire le forze africane in una vera e propria missione di pace ONU.
Fonti: BBC, Voice of America
Link: http://www.bbc.co.uk/news/world-africa-26150668
http://allafrica.com/stories/201402120275.html
Camerun, Nigeria – Tracciare il confine
Dopo 12 anni dalla definizione del confine tra Camerun e Nigeria da parte della Corte internazionale di Giustizia, ecco che l’ONU e i governi dei due Paesi confinanti iniziano a tracciarlo fisicamente.
I governi nigeriano e camerunense hanno superato tesi periodi di negoziazione, segnati dagli scontri per ottenere la sovranità sulle penisola di Bakassi e sul lago Ciad, entrambi assegnati poi al Camerun.
Negli anni, con l’aiuto di mediatori, la fiducia reciproca tra i due Paesi è aumentata. Oggi i due governi si impegnano nello sviluppo della penisola di Bakassi, ricca di petrolio ma a lungo marginalizzata e pertanto tutt’ora sottosviluppata.
Tracciare fisicamente il confine è un lavoro ricco di sfide fisiche, logistiche e legali. Oltre al fatto che molte aree sono ancora insicure a causa della pirateria. Tuttavia la soluzione delle dispute territoriali è stata in gran parte condotta pacificamente.
Camerun e Nigeria dovrebbero essere presi come modello per le molte dispute sui confini attualmente in atto in altre zone dell’Africa.
Fonte: IRIN
Link: http://www.irinnews.org/report/99628/cameroon-and-nigeria-take-on-task-of-laying-down-a-border
13 febbraio, Somalia – Autobomba a Mogadiscio
Un’autobomba è esplosa a Mogadiscio provocando sei morti e diversi feriti. L’attentato è avvenuto all’ingresso del complesso che ospita l’aeroporto della capitale e il quartiere generale della Forza dell’Unione africana, oltre a diverse rappresentanze straniere e uffici dell’Onu. Sembra che l’obiettivo fosse un convoglio delle Nazioni Unite.
L’attentato è stato rivendicato dal gruppo armato Islamico al Shabaab.
Ban Ki-moon e Nicholas Kay, alla guida della missione ONU in Somalia (UNSOM), hanno condannato l’attentato e espresso profondo dispiacere per le vittime e i feriti. Ribadiscono poi la volontà delle Nazioni Unite di continuare a supportare i civili e il governo somalo.
Fonti: BBC, UN news
Link: http://www.bbc.co.uk/news/world-africa-26172956
https://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=47136&
14 febbraio, Mozambico – Iniziano le operazioni di registrazione al voto
Nonostante la richiesta del ex movimento ribelle della Renamo di posticiparne l’inizio di ulteriori dieci giorni, il processo di registrazione di potenziali elettori è stato comunque avviato in Mozambico.
La Renamo è tornata a dialogare con il governo il 27 gennaio, dopo tre mesi di assenza . Il gruppo aveva deciso che non sarebbe ritornato al tavolo dei negoziati fino a quando il governo non avesse permesso la presenza di osservatori nazionali e mediatori internazionali.
Il governo, allo scopo di promuovere uno spirito di pace, riconciliazione, unità nazionale e democrazia multipartitica, ha accordato alla Renamo la presenza di una “terza parte” ai negoziati. In un meeting il 1 febbraio sono stati nominati 5 mozambicani che parteciperanno in qualità di osservatori.
In seguito al ritorno della Renamo, il governo ha rimandato l’inizio della registrazione degli elettori al giorno 15 febbraio.
Le elezioni sono fissate per il 15 ottobre.
Fonte: Mozambique News Agency
Link: http://allafrica.com/stories/201402110296.html
http://allafrica.com/stories/201402160001.html
Repubblica centrafricana – Gli scontri non risparmiano I bambini
L’UNICEF si dichiara inorridita per le crudeltà e le violenze contro i bambini che continuano a perpetrarsi in Repubblica centrafricana.
Negli ultimi due mesi più di 130 bambini sono stati uccisi o mutilati. Essi sono stati il target degli scontri religiosi e sono stati colpiti durante gli attacchi delle milizie anti-Balaka o Seneka senza alcuna pietà.
Secondo la WHO, già prima dell’inizio dell’attuale crisi, la Repubblica centrafricana è il Paese con il terzo tasso di mortalità materna ed il sesto tasso di mortalità infantile più alti al mondo.
Fonte: UN news
Link: http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=47144&Cr=central+african+republic&Cr1=#.UwDoGvl5OCo
(Feature Image Source: http://en.wikipedia.org/wiki/Central_African_Republic)