Rassegna settimanale 27-30 dicembre: Sud Est Asiatico

Rassegna settimanale 27-30 dicembre: Sud Est Asiatico

27 dicembre – Indonesia, La Corte decide di procedere con il processo contro il governatore di Jakarta

La Corte indonesiana respinge la domanda degli avvocati del governatore di sospendere il processo per violazioni dei diritti umani dello stesso. Si procederà quindi il 3 gennaio con il processo per blasfemia.

Il governatore di Jakarta, Basuki Tjahaja Purnama, detto Ahok, è stato accusato di aver insultato il Corano durante un suo discorso. Dopo importanti manifestazioni, è stato accusato di blasfemia, un reato molto grave nel paese con più musulmani al mondo, e risulta quasi automaticamente una condanna.

Il processo è estremamente controverso, secondo Amnesty International le accuse di blasfemia danneggiano la libertà d’espressione, soprattutto per le minoranze. Il presidente indonesiano, Joko Widodo, ha accusato certi “attori politici” di alimentare le proteste ma non ha voluto essere più specifico.

Fonte: The Guardian, https://www.theguardian.com/world/2016/dec/27/indonesia-court-blasphemy-trial-ahok-jakarta-governor

28 dicembre, Filippine – Le Filippine vogliono indagare su un possibile complotto ai danni del presidente

Il presidente del parlamento filippino, Pantaleon Alvarez ha dichiarato di volere indagare su un possibile complotto per deporre il presidente Rodrigo Duterte. Il sospettato è l’ex ambasciatore americano Philip Goldberg. Secondo un report del Manila Times, Golberg avrebbe architettato un piano per cercare di rimuovere dall’incarico l’attuale presidente.

Il presunto piano statunitense avrebbe previsto l’isolamento economico delle Filippine minacciando i paesi circostanti, affinché si ribellassero contro Duterte. Gli Stati Uniti hanno smentito l’esistenza di tale piano. Alvarez ha avvisato che in caso le accuse si rivelassero fondate ci saranno “serie conseguenze”.

Fonte: The Straits Times http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/philippines-calls-for-probe-into-alleged-plot-by-former-us-envoy-to-oust-duterte

29 dicembre, Filippine – Decine di feriti dopo numerose esplosioni

Sono almeno 33 i feriti dopo un doppio caso di esplosioni. Nel primo episodio sono esplose due bombe sull’isola di Leyte, ferendo 27 persone durante un incontro di boxe. Un altro ordigno, non esploso, è stato ritrovato a 620 chilometri a sud della capitale. Un’ora dopo un’altra bomba è stata azionata nel sud dell’isola di Mindanao ferendo 6 persone. L’ultima esplosione è avvenuta ad Aleosan dove sono rimaste ferite altre 13 persone.

Tutte queste esplosioni si sono svolte a solo qualche giorno di distanza. La polizia dichiara che per ora è troppo presto per sapere se tutte queste esplosioni siano legate e quali fossero le ragioni per questi attacchi. Mindanao è soggetta a numerosi attacchi e atti di violenza, dovuti alla minoranza musulmana che rivendica questo territorio come proprio e lotta per la sua indipendenza.

Fonte: The Straits Times http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/27-injured-in-central-philippines-town-plaza-blast

30 dicembre, Birmania – Flotta umanitaria malese diretta verso lo stato di Rakhine per alleviare la crisi umanitaria

Il 10 gennaio una flotta malese si dirigerà verso lo stato di Rakhine in Birmania. Il gruppo di imbarcazioni sarà composto da varie organizzazioni non governative che cercheranno di alleviare le sofferenze dei Rohingya con mille tonnellate cibo, medicinali e altri beni di prima necessità. Il segretario del consiglio consultivo delle organizzazioni islamiche malesi, Zulhanis Zainol, ha dichiarato che gli organizzatori della spedizione hanno richiesto allo stato birmano di poter entrare nelle acque territoriali del paese. In caso di non risposta Zulhanis Zainol ha fatto sapere che la spedizione proseguirà comunque.

Dall’altra parte, il governo birmano ha commentato di non avere ricevuto tale richiesta e che non rimarrebbe fermo in caso la flottiglia dovesse penetrare le acque territoriali dello stato senza permesso. Zaw Htay, il porta parola dell’ufficio della presidenza, ha fatto sapere che in caso di violazione le navi non verranno attaccate, ma verranno presi altri provvedimenti.

Questo nuovo capitolo della questione Rohingya rischia ulteriormente di logorare i rapporti già complessi tra i due paesi. Infatti la Malesia, un paese a maggioranza musulmana, ha già apertamente e ripetutamente criticato lo stato birmano per le persecuzioni contro la minoranza musulmana Rohingya. Ad inizio mese la Malesia aveva pure richiesto che l’ASEAN coordinasse gli aiuti umanitari e le investigazioni sui presunti crimini.

Sarebbero tra 150 000 e 200 000 i Rohingya che si sarebbero spostati in Malesia dopo le persecuzioni dell’esercito birmano.

Fonte: Asian Correspondant https://asiancorrespondent.com/2016/12/burma-malaysian-ngos-flotilla/

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